Presentazione
Oggi siamo qui, noi tre, Manuela, Marta ed io, Grazia, a presentare la nostra tesi. Siamo qui, noi, con una storia diversa e differenti esperienze alle spalle, ma le cui strade, chissà per quale casualità si sono incontrate.
Certamente, nonostante le motivazioni diverse, avevamo uno scopo, un obbiettivo in comune: la ricerca, la ricerca interiore. Avevamo la curiosità di scoprire qualcosa in più della nostra vita, della realtà e di noi stesse e allora siamo qui oggi a raccontarvi la nostra storia in Artemisia, la scuola che ci ha permesso di crescere e di imparare insieme.
(Abbiamo imparato qualcosa che non si studia sui libri, qualcosa che non si ripete a memoria o davanti alla lavagna. Artemisia è una scuola dove la teoria rimane sullo sfondo per dare spazio all’esperienza, l’esperienza interiore. Abbiamo imparato a porci delle domande e a porre delle domande. Abbiamo imparato ad ascoltare, ad ascoltarci e ad essere ascoltati. Artemisia è una scuola che trasforma le persone là dove le persone vogliono cambiare e diventare le protagoniste della loro storia. Abbiamo imparato ad essere noi stesse, consapevoli e responsabili.)
Sono stati tre anni di confronti e lavori con il gruppo. E’ stato un gruppo forte e coeso il nostro. Abbiamo scoperto il piacere di stare insieme anche al di là delle ore di scuola per condividere le letture della bibliografia e discuterne le recensioni. Abbiamo scoperto il piacere di incontrarci per scambiarci pareri e metterci alla prova. Attraverso numerosi colloqui, abbiamo scoperto le tecniche per far emergere i nostri lati più oscuri e per fare luce sulla nostra ombra. Abbiamo osservato i cambiamenti avvenuti in ognuno di noi e poi abbiamo festeggiato e gioito insieme agli altri e ci siamo divertite.
CONOSCI TE STESSO
“Non c’è vento che soffia sulle vele del marinaio che non sa dove andare”
Diceva Seneca
Cammino senza meta in città
Vedo un foglio in una vetrina.
Una barca, una vela, il vento.
Non possiamo dirigere il vento ma possiamo orientare le vele
Diceva Seneca
Propone un incontro, una presentazione
Vado? Non vado? Vado!
C’è una signora bionda, vestita bene. È bella.
Ci spiega
La sua scuola è così. Mi interessa
Mi presento. Provo. Mi piace
L’accoglienza è calda, il gruppo è amico. Mi trovo bene. Continuo. Mi impegno
Ogni giovedì è un appuntamento
Imparo. Ascolto. Lavoro con il gruppo.
L’ascolto
Sto in ascolto , mi fido, e mi metto in contatto.
Riconosco le emozioni che provo, le metto a fuoco e le definisco.
Mi accorgo che sto vivendo una sensazione, un emozione, un pensiero e gli chiedo di fermarsi perché lo voglio conoscere, gli voglio parlare, voglio fargli domande e dargli un nome.
Presto attenzione, sto in silenzio e ascolto
L’aspirazione chiama e mi chiede di essere vissuta, mi apre la strada , mi porta un senso di appagamento, uno stimolo, un entusiasmo;
entusiasmo: en Thèos, avere Dio dentro appunto (en= dentro Thèos= Dio: avere Dio dentro appunto).
Mi fa vedere la direzione, la mia missione e poi…………
il vento soffia sulle vele della mia nave (sempre Seneca)
Mi fido di me perché scopro le mie risorse.
Riconosco la mia essenza, la mia origine
Ho una sensazione, mi fermo, sto in silenzio e sto con lei.
Ogni momento è buono per stare in ascolto e fidarmi di me e delle mie capacità e scopro quel che non credevo di essere.
Sono curiosa. Rimango in contatto e ascolto
Mi chiedo che cosa sto vivendo.
Paura? Rabbia? Vergogna?
Quali e quante emozioni!
Piacere? Distacco? Attaccamento?
Come definisco le mie emozioni? Abbiamo lavorato molto a scuola sulle emozioni e sull’ importanza di dare loro un nome.
Cosa sente il mio corpo? Dove sento? Sento un peso allo stomaco. Quale esperienza mi è rimasta lì che non va giù?
Un amico che mi ha tradita? Una maestra che non capiva? Un genitore distratto?
Quali e quante sensazioni!
Tremori, arrossamenti, formicolii, dolori.
Quali e quante sensazioni prova il mio corpo che io non ascolto?
Mi muovo, faccio un gesto e osservo
Sto in silenzio e osservo
Come mi comporto? Quali sono i miei atteggiamenti consueti? Le mie abitudini?
Cosa so di me quando sono felice?
Provo gioia? Tenerezza? Allegria? Serenità? Amore?
Provo, scruto, cerco e in fine trovo.
Un pensiero, un pensiero ricorrente. È lui. È lui che vuole o non vuole. È lui che parla e agisce e forma la mia realtà.
Osservo e ascolto,
Compare un’ immagine, un sogno, un pensiero, il corpo, i miei cinque sensi, gli altri, lo specchio, il mio comportamento,
la mia realtà.
Osservo tutto e sto in ascolto.
Sogni, segni, simboli e archetipi. Le carte e il lavoro sull’ombra.
I conflitti interni
I conflitti esterni
La mia pretesa e la mia responsabilità
Il giudizio
La mia realtà
RENDI COSCIENTE L’INCONSCIO ALTRIMENTI SARA’ L’INCONSCIO A GUIDARE LA TUA VITA E TU LO CHIAMERAI DESTINO – CARL GUSTAV JUNG
L’Ascolto attivo
Ascolto.
Mi concentro su quello che dici.
Colgo i dettagli. Come ti muovi.
Ti ascolto, non interrompo.
Colgo la profondità del tuo messaggio.
Ti guardo e sto in contatto.
Ti rassicuro col mio annuire e tu senti che ti sto ascoltando.
C’è sintonia tra di noi, siamo più vicini. Ti sento. C’è empatia.
Vado oltre alle tue parole, scopro i gesti, le tue mani, il viso e lo sguardo.
Sento la tua voce, le pause, i toni e il volume.
Faccio domande e accolgo le tue risposte.
Ti fidi di me ed apri il tuo cuore e ti fa piacere parlare di te, delle tue paure o delle tue contraddizioni.
Piangi ma non mi spavento. Mi doni la tua fiducia.
Fai una pausa……
ti chiedo e comprendo.
Vado avanti, ti propongo un gioco, una riflessione, un’ altra domanda, un dialogo con te stessa, le parole delle tue parti più nascoste; tu ridi o piangi e poi ascolti.
Ti ascolti.
Hai scoperto un piccolo tesoro.
È prezioso, lo tieni lì, nei tuoi pensieri, nel tuo cuore.
Sogni.
Compaiono immagini, simboli, segni. Tu sai che ti parlano e li ascolti.
Il tuo racconto è così prezioso che ti commuovi.
Sei il protagonista della tua meravigliosa storia.
RENDI COSCIENTE L’INCONSCIO ALTRIMENTI SARA’ L’INCONSCIO A GUIDARE LA TUA VITA E TU LO CHIAMERAI DESTINO – CARL GUSTAV JUNG
Il mandala
L’Art counseling
L’immaginazione attiva è la capacità di ricevere simboli, un canale che lega l’individuo all’ Universo, unendo la coscienza all’ Essere.
L’immaginazione attiva coglie l’essenza dell’universo.
La nostra parte razionale definisce e organizza l’esperienza fenomenica, ciò che appare; mentre l’intuizione, penetra nelle profondità, in ciò che non appare.
G. Jung
Il counseling narrativo
Un girotondo, una scelta
Lei dice no, lei se ne va.
Rossore, vergogna, imbarazzo.
No, non voglio, quasi mi perdo,
voglio scappare, andarmene via
poi mi sorprendo, son forte, decido
sono un eroe e vado alla guerra,
provo paura, non tanto coraggio
ma vado, ci provo e tento la sorte
sono l’autore, il regista, l’attore
è la mia vita e la voglio così
Grazia
Un’ energia sta creando; un’energia che non si fa vedere ma sta creando la persona che devo diventare. C’è qualcosa che vuole mostrarsi, c’è un amica che mi viene a trovare e che non ha paura, che mi parla delle mie capacità e dei miei talenti inespressi, del mio Dio e del mio demone, dei miei saperi e dei miei desideri incompiuti, della mia anima.
C’è qualcosa che si sta compiendo, la Grazia che diventerò, è nella mia ombra ma di lei avrò cura.
Dedicato ad Angela
(Angela nelle simulazioni di colloquio fatti all’interno della scuola, aveva ricoperto il ruolo di cliente un paio di volte e poi mi aveva chiesto di fare da osservatore in altri colloqui poi ad un certo punto un giorno è successo che……………..)
Il segno
Al caldo del sole, dietro la grande vetrata, come fosse in una serra, la rosa aveva cominciato ad aprirsi e a sbocciare e io avevo potuto assistere in simultanea il dischiudere dei suoi petali, uno ad uno, lentamente, con piccoli e lievi movimenti, quasi fossero scatti dolcissimi, come in una di quelle riprese velocizzate dove i fiori si aprono improvvisamente, nel giro di 5 minuti la rosa da bocciolo era diventata adulta.
GRAZIE
Alla mia famiglia, Pietro e Riccardo che oggi sono qui ad onorarmi con la loro presenza e ai quali chiedo scusa per le mie assenze di questi anni
Grazie alla mia famiglia di origine che mi ha donato tutti questi tesori che avevo tenuto nascosti.
Grazie alle mie sorelle (se saranno presenti) che sono presenti
Grazie ad Arianna per aver creato una scuola come Artemisia, per la sua accoglienza, la sua comprensione e la sua disponibilità.
Grazie ai miei compagni di scuola, a quelli già usciti, quelli che hanno lasciato, quelli che sono con me adesso ai vecchi e ai nuovi iscritti. Grazie
Grazie al gruppo di Chivasso e dintorni che mi ha accolta al suo interno per fare esperienza e a Simona e Donatella per aver messo a disposizione gli spazi.
Grazie a Giovanna per avermelo fatto sapere e per la sua amicizia
Grazie a Claudia, Jose, Rossella, Giulia, Teresina e Judith che sono qui oggi con me a dimostrarmi la loro amicizia.
Grazie a tutte le persone con cui ho potuto lavorare e fare esperienza.