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GIUDIZIO E PRETESA : Amici / nemici

Ho iniziato questo corso e meglio dire per- corso, il passare attraverso come ci definisce la sua etimologia,    quasi per gioco, curiosità, per aprire la  porta ad una futura professione ; dopo il tedesco, l’arabo, ora studierò counseling.

Ne avevo sentito parlare da una conoscente, ma non avevo ben compreso di cosa si  trattasse.

Dopo una breve ricerca di scuole su internet , conobbi Arianna e fu energia al primo sguardo.

Ed eccomi qua… sono passati tre anni e mezzo ;  da allora  e mai come in questo momento,  posso dire di aver iniziato un per-corso, che mai finirà, un percorso che attraversa la mia vita passata , ma soprattutto futura , però sempre con la consapevolezza che ora siamo qui

Ricordo il mio primo giorno al Master , eravamo così tanti … ognuno interveniva e condivideva un pezzo della sua vita ed io ascoltavo, un po’ dall’alto… si dall’alto del mio giudizio , anche se questa parola  non la sentivo mia come poi appresi successivamente.

Problemi di molestie, poverini…;  percorsi personali di malattia, oh mamma.. ; difficoltà relazionali in ufficio , ma com’è possìbile  basta rendergli pan per focaccia … ; i genitori… e che sarà mai… anche i miei sono un cruccio …; tutti che piangevano .. ed io ? io non avevo nulla da raccontare .. in gergo : non c’entravo nulla  con loro …Insomma … era tutto un giudizio, ma la bellezza del vaso di Pandora, la capii strada facendo .

Mi sentivo “diversa”, inopportuna; io non avevo nulla da raccontare , nulla con il quale confrontarmi, non mi ponevo domande .

Fino ad allora non mi ero mai sentita una giudicante… per  me il giudizio era “l’essere pettegola”, ed io, questa modalità lo posso asserire con sincerità,  di  non averla mai sposata  ; non mi sono mai curata di quello che fanno gli altri , nè mai li ho giudicati o criticati per questo , massima libertà di pensiero ed espressione per ognuno .

E invece no.. il giudizio era altro; molto più sottile ; il giudizio era un’auto critica

Io ascoltavo e tacevo ; fino al primo anno di corso non feci quasi mai interventi , un po’ intimidita, con la vergogna del sensibile, ma soprattutto , ero sempre lassù, su quel piedistallo di sabbia.

Poi.. piano,  piano  cominciai a scendere , lentamente, come una mongolfiera quando lascia il cielo terso e atterra su un prato verde . più scendevo e più capivo ; capivo che anche io ero parte di loro e come loro non ero lì per caso , ma perché avevo scelto un percorso di luce . improvvisamente capivo il significato di questa parola e cominciai ad attenzionare i miei pensieri per correggerli e comprenderli e per non incorrere nel giudizio .

Lasciandomi trasportare dal giudizio  avrei rischiato di non entrare in contatto con l’anima di chi mi stava di fronte, rimanendo sempre ad un livello senza connessione  e  impedendomi così la  condivisione ,l’empatia,  l’abbraccio ; l’interazione. E’ incredibile quante barriere ci siano dietro il giudizio e quanto sia alto il rischio di perderci la bellezza di chi ci sta di fronte ed il grande amore che potrebbe donarci e che possiamo a nostra volta trasmettere

Il giudizio pareva essere un amico , grazie al quale mi tenevo sempre distaccata , un po’ irraggiungibile , chiusa nei miei confini . Non avevo capito quanto invece questo amico fosse in realtà un nemico , che mi impediva di aprirmi al mondo , di ridere e piangere insieme agli altri , di condividere anche con chi era così lontano dal mio IO , ma incredibilmente cosi  vicino .

Se riesci a lasciarlo fuori dalla tua mente , allora puoi comprendere l’essenza  delle persone e capire la bellezza di essere  un tutt’uno. Abbandona il giudizio, cambia la tua modalità .. ecco una nuova scoperta.

L’illuminazione arrivò un sabato al  Master , Giusy vicino a me asseriva con fermezza un suo punto di vista su un tema che non ricordo ed io le  dissi : “ sei troppo aggressiva…” , lei mi guardò e semplicemente rispose : sicura che non sia una tua proiezione?? –

Ed ecco l’inizio di tutto …proiezione di cosa ? Fu l’inizio del cammino , le porte si aprirono ed io entrai nel fantastico mondo dell’introspezione , da quel momento in poi iniziai anche a pormi le domande , ma soprattutto e capirne le risposte. La stavo giudicando, ma in realtà giudicavo me stessa . Era il mio specchio.

Ed ecco arrivare la Pretesa, Lei si che mi è sempre stata accanto , come un’ombra fedele , la conoscevo bene , ma non sapevo che la si potesse  prendere per mano affinché  non compromettesse ogni   progetto, ogni sogno e relazione .

La pretesa più grande è stata quella di pretendere che mio padre  capisse quanto male mi aveva fatto con il suo carattere freddo e poco amorevole. E se questa pretesa fosse anche una proiezione ? mamma mia … ed ora da dove inizio ?

Gli Hai mai detto che non ti sentivi amata ? : e perché dovrei…. Lui è il mio papà, è un genitore dovrebbe saperlo

Mio fratello si  è sposato 17 anni fa , ma non mi ha quasi mai invitata a cena : glielo hai detto ? … No, è lui che deve invitarmi , non posso mica dirglielo io …quanto mi mi invita è sempre all’ultimo momento, ma il mio organizzatore non lascia spazi per le sorprese, nemmeno quelle piacevoli.. hai provato a spiegarglielo? Come puoi pretendere che cambi la sua modalità se  non esprimi  il tuo bisogno ?

Il mio compagno non capisce che se ho dei giorni di silenzio è perché sto lottando con delle paure , dei problemi quotidiani … : glielo hai detto ? no … è chiaro che se non ho voglia di parlare è perché voglio essere lasciata in pace

E via di seguito …

Amica cara , tu che  ti chiami Pretesa, soprattutto nelle modalità relazionali ( per quanto mi riguarda ), non sei così evidente agli occhi altrui ; ti piace nasconderti perché così  la colpa è sempre altrui , mai nostra, mai MIA ; perché così è più facile dire : ecco … visto ? non ha capito …sono incompresa .., sono fatta così… ma così come? Vorresti pretendere che gli altri lo capissero con  una semplice sfera di cristallo ?

Cara Paola, sarebbe troppo facile ed il tuo per-corso non ti porterebbe nella  luce . Questa Pretesa  non è ancora stata domata, non si è ancora evoluta totalmente, ma spesso la sento lontana : mi guarda  amorevolmente e mi saluta quasi come per dirmi …la mia forza  si sta spegnendo perché la tua luce si sta amplificando . ogni tanto riuscirà a riprendermi ed io sorridendo la combatterò e ne farò un’amica preziosa , perché questo è il bello della vita .

Se vogliamo vedere cosa c’è dietro una duna  è necessario salire fino in cima e da lì ammirare la bellezza del tramonto  o di un’alba , portatrice di un nuovo giorno .

A questo punto tu Pretesa vorresti farmi pensare che alla fine di questo per-corso tutto mi sia chiaro, finita la scuola sarò un perfetto counselor ed  una persona risolta … questa volta però  non mi inganni .

Da oggi continua il mio cammino  , fatto di emozioni, consapevolezza, perdono , lo stare nelle emozioni ,  energia che fluisce , ombre che prese per mano diventano luce , radici che si incontrano e  si uniscono  perché tutti siamo collegati e nulla avviene  per caso.

Grazie Arianna per questo grande e immenso regalo che mi hai fatto scoprire , che mi sono permessa e concessa di scartare .

Vi porterò tutti nel mio cuore  con la consapevolezza che oggi è solo un arrivederci .

Strada Facendo , ci rincontreremo in quel magnifico cammino che è la vita.