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C’era una volta, tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un giovane re che aveva deciso diprendere moglie.

A questo fine organizzò nel suo castello un gran ballo a cui furono invitate tutte le ragazze del regno in età da marito.

Alla festa fu invitata anche fata Morgana, amica d’infanzia del giovane re, la quale, credendo fosse lei la prescelta futura regina, già s’immaginava con la corona in testa. Nessun’altra, a suo dire, conosceva il giovane sovrano meglio di lei.

Non potete immaginare quindi la sua ira quando il re chiese ad un’altra di sposarlo. Decise tuttavia che, come dice un vecchio detto, “la vendetta è una piatto che va servito freddo”.

Passarono due anni e un bel giorno di primavera, mentre il sole splendeva alto all’orizzonte e il profumo di girasoli inondava tutta l’aria intorno, la giovane reginadiede alla luce una bambina, a cui fu dato il nome di Alice.

Che gran felicità in tutto il regno! La notizia della nascita della giovane erede al trono giunse ben presto, però, anche alle orecchie di Morgana che decise di attuare la sua vendetta nel giorno del battesimo della giovane principessa; dove nel bel mezzo della festa,  fece la sua comparsa e con un incantesimo, tramutò tutti gli invitati in perfette statue di ghiaccio. Contenta di aver finalmente consumato la sua vendetta, la fata esultò con una sonora risata: <<ahahhahaha!!!>>

In quel momento, però, accadde qualcosa di inaspettato: ad un tratto si udì il pianto a dirotto di un neonato. La fata, stupefatta, cercò di capire da dove provenisse e si accorse che giungeva dalla culla. Avvicinandosi ad essa, prese atto che, per qualche inspiegabile motivo, la magia non aveva prodotto nessun effetto sulla piccola principessa: Alice la fissava con le sue belle guanciotte rosa.

La fata scoprì suo malgrado di avere ancora un cuore e decise quindi di prendere con sé la bambina e di crescerla nella sua casa in fondo al bosco.

Con il tempo Morgana finì per affezionarsi ad Alice e temeva che un giorno ella avrebbe scoperto la verità sui suoi genitori. Le aveva, infatti, sempre detto diessere stata abbandonata in una cesta nel bosco quando era ancora in fasce e che lei, trovandola, aveva deciso di prendersene cura.

Per impedire, quindi, che scoprisse la verità, aveva stabilito delle regole che Alice doveva rispettare:

  • Non parlare con gli estranei
  • Non uscire mai dal bosco
  • Raccontami sempre i tuoi segreti e pensieri

La totale obbedienza agli ordini imposti era la condizione per Alice per poter essere amata.

Alice aveva solo due passioni che le permettevano di sfuggire alla realtà le piaceva molto disegnare e leggere libri di avventura. Nonostante avesse timore del giudizio di Morgana, il suo più grande desiderio era riuscire un giorno a scappare via da quelle mura e conoscere il mondo esterno, per lei ancora così sconosciuto.

Ogni giorno si recava alle sponde di un laghetto  e disegnava. Un giorno di primavera incontrò una vecchina, seduta su un tronco di un albero rotto, che lavorava a maglia.

Tra le due scattò subito una reciproca simpatia.

Passarono i mesi ed Alice e l’anziana signora erano ormai diventate amiche e parlavano di tutto fino al giorno in cui:

Alice: “Sà signora, se la mia matrigna sapesse che parlo con lei, non mi permetterebbe più di venire qui.”

S: “Come mai mia cara?”

A: “Perché sostiene che non dovrei parlare con gli estranei…ma ,in fondo, noi ormai ci conosciamo”.

S:” Quindi mi stai dicendo che la tua mamma non vuole che parli con gli estranei, e tu cosa pensi riguardo questa regola?”

A: “La trovo ridicola! se io non parlassi mai con le persone che non conosco non potrei far sì poi di conoscerle. Ad esempio se non le avessi mai rivolto la parola ora non saremmo amiche”.

S:” Cosa ti impedisce di dirle apertamente ciò che pensi?”

A:” Purtroppo sarebbe una cosa inutile ; mia mamma ha le sue idee ed è impossibile persuaderla”.

S:” In fondo cara io credo che tu sappia cosa è meglio per te”.

A quel punto le due donne si salutarono e Alice tornò a casa, ma le parole della signora risuonarono nella sua testa per tutto il tragitto.

Qualche giorno dopo, poiché fuori era una bella giornata, Alice chiese alla madre di poter andare a dipingere al di là del fiume e di esplorare quindi posti nuovi.

A: “Mamma pensavo oggi di andare a dipingere oltre il fiume, non ho mai visto cosa c’è al di là del bosco”

M: ”Non c’è motivo che tu ti spinga sin laggiù. Non c’è nulla di interessante, solo erbaccia”

A: “La vecchia signora invece mi ha parlato di un borgo medievale, con un imponente rocca che si nasconde tra i rami e di un tempo fatato in cui quel borgo era vivo e regnava la felicità”.

M: “Di quale vecchia signora parli?”

A quel punto Alice capì di essersi tradita e decise di confessare alla madre di averle disobbedito.

A tale confessione Morgana sbottò: ”Hai tradito la mia fiducia, dovevi rispettare tre semplici regole e non hai saputo neanche farlo! Dovresti vergognarti! Sei una ragazza cattiva che non merita il mio affetto! Adesso passerai la notte nel seminterrato, da sola, al buio, così che tu abbia modo di riflettere su ciò che hai fatto!”

Detto ciò, rinchiuse Alice in una stanza al buio pur sapendo che lei ne aveva tanta paura.

Ritrovatasi da sola, Alice pianse tante lacrime fino a che udì una voce: “Perché piangi bella bambina?”.

Si guardò intorno ma era troppo buio per capire da chi provenisse e allora chiese:   ”Chi sei?”.

La voce rispose: “Dietro di te c’è un candelabro… se tu avessi modo di accenderlo potresti vedermi”.

A quel punto Alice si ricordò di avere in tasca una scatola di fiammiferi e, una volta individuato il candelabro, lo accese.

Si guardò intorno nella stanza, piena zeppa di vecchia roba impolverata ma non vide nessuno. La voce disse ancora: ”sono qui, guarda in alto”.

Alzò lo sguardo e vide un viso all’ interno di uno specchio.

S: “Allora mia cara, perché piangevi?”

A: “Perché, caro specchio, mia madre mi ha definito una ragazza cattiva e non degna di ricevere affetto in quanto ho disubbidito a un suo volere”.

S: “Se comprendo bene mi stai dicendo che non sei una persona che merita di essere amata”

A:” Sì.. Tu cosa ne pensi specchio? Secondo te è così?”

S:”Perché ti interessa la mia opinione?”

A:” Perché in te è riflessa la mia immagine. Tu mi vedi per ciò che sono”

S:” Mi stai quindi dicendo che ti interessa l’opinione di qualcuno che ti vede e in quale tu possa rispecchiarti?”.

A: “Esattamente”.

S: “Prima mi hai detto che tua madre ti ha definito una cattiva persona perché le hai disobbedito. A cosa hai disobbedito? Cosa hai fatto?”

A: “Ho parlato con un’estranea”

S:” Mi stai dicendo che secondo tua madre sei una persona cattiva perché hai rivolto la parola a una persona che non conoscevi?”

A: ”Mia madre la pensa così”.

S:”E tu? Tu cosa ne pensi a riguardo?”

A:” Se non parlo con gli estranei non potranno mai diventare persone conosciute e inoltre, ascoltare altri punti di vista può diventare assai arricchente….Vorrei essere libera…libera di fare le mie esperienze e di confrontarmi con altre persone.”

S:” Povera piccola Alice…in cerca di approvazione e di amore incondizionato.  Cosa pensi di poter fare per farti sentire accettata e amata incondizionatamente?

A:” Posso perseguire nei miei obiettivi, uscire da questo palazzo e girare il mondo. Conoscere nuove cose e ampliare i miei orizzonti. Posso uscire da questa situazione solo sentendo la paura che sinora mi ha bloccato e affrontandola. Cercavo di diventare la persona che credevo di dover diventare invece di essere ciò che sono”.

S: “ Tutto ciò che vuoi che accada, accadrà a tempo debito. “

A:” Hai ragione specchio, io ho fiducia in questo.”

S: ”Bene mia cara, direi che abbiamo finito. Io ti vedo e ti rispecchio, vedo la tua voglia di emergere e affrontare il mondo”.

Detto ciò, il viso all’interno dello specchio sparì e tornò ad essere un normale specchio da parete.

Alice, rimasta sola, si rese conto di avere un po’ meno paura del buio. Guardandosi intorno vide che vi era una parete un po’ più chiara delle altre, si avvicinò e la spinse… si aprì una porta al cui interno si nascondeva un passaggio segreto. Anche se dentro era tutto buio,decise comunque di attraversarlo e vedere dove conduceva, pensando che affrontare la paura fosse sempre meglio che restare lì ferma a guardare.

La mattina dopo Morgana andò a liberare Alice dalla sua prigionia ma si accorse subito che lei non era lì, quindi, si rivolse allo specchio: “Dove è finita Alice?”

S: ”E’ andata via, diretta verso un viaggio, alla ricerca di sé”.

M:” Mostramela!”

Lo specchio mostrò quindi a Morgana dove era diretta Alice, in direzione dell’antico borgo medievale che era stato il regno dei suoi genitori.

Morgana, decisa ad impedire ad Alice di scoprire la verità, si trasformò in un drago e volò sino a raggiungere la ragazza.

Alla vista del drago,  il primo impulso di Alice fu quello di scappare via urlando.

Mentre correva si rese conto, però, che nessuno l’avrebbe salvata da quella situazione; raccolse tutto il suo coraggio ed afferrò un grande masso con l’ intento di volerlo tirare addosso al drago. Con grande stupore e incredulità di Alice, il drago si trasformò in Morgana e le disse: “Non c’è bisogno di diventare violenti, ho cercato sino all’ultimo di nasconderti la verità e di tenerti legata a me perché, in fondo, mi sento sola e mi ero affezionata a te, ma in cuor mio sapevo che sarebbe arrivato il giorno in cui saresti andata via e mi avresti abbandonata. E’ giusto che tu ora sappia tutta la verità”.

Morgana raccontò ad Alice ciò che aveva fatto ai suoi genitori e insieme si diressero al castello.

All’interno era tutto di ghiaccio!  Morgana dovette ammettere di non sapere come spezzare l’incantesimo poiché, anni prima, aveva dato fuoco alla pagina del libro in cui era spiegato come scioglierlo: sperava di non doverlo mai fare.

Alice, a quel punto, fu presa dalla disperazione: aveva scoperto la verità, era vicina ai suoi genitori e al suo passato ma non poteva far nulla per salvarli. Si sedette per terra e iniziò a piangere lacrime amare.

E’ proprio quando meno te l’aspetti che accadono le cose più straordinarie! Successe l’impensabile: le lacrime caddero sul ghiaccio e lo sciolsero; l’incantesimo era rotto.

Tutto nel regno iniziò a prendere vita e la piccola principessa potè finalmente riabbracciare i suoi genitori.

A Morgana non restava altro che ritornare a casa da sola. Alice però la rincorse e le disse: “Hai fatto tante cose cattive ma ti sei presa cura di me, mi hai cresciuta e se io oggi sono quella che sono è anche grazie a te. Ti perdono e ti voglio bene”.

E vissero tutti felici e contenti.

Morale: Non insegnate ai bambini che i draghi non esistono, insegnategli che possono essere sconfitti.