Tesi di Diploma Artemisia – di D.F.
OGGI MI RI-CONOSCO
Eccoci qui, ci siamo…è proprio ora! Il sogno si realizza ! Sicuramente ho lavorato intensamente e scrupolosamente per arrivare qui con voi questa sera, ma da dove sono partita? …Alice direbbe … “E’ maggio, di mangiare sotto un albero Alice é seccata. La tavola era grande, a marzo giorni di scuola per conoscere il Tempo. Entrò per ritrovare quel giardino verso il bosco, stavolta farò le cose per bene! La pianta di rose bianche … Perché le cambiate il colore gridò la Regina su un cuscino di velluto. ‘Come ti chiami?’ Alice si domandò ‘sono fatti miei … Rifletti … Si!’ Le difficoltà sono dei soldati che aspettano il turno per giocare nel campo del collo in modo curioso. Ne saluto almeno una, confusione poi sorriso sulla bocca ‘ho letto un libro ‘ …c’è un corpo da cui tagliare! Che il processo abbia inizio! Sono tutti perdonati, danzano nel mare divertendosi a ballare. Uso il dito e il gessetto così rinfresco l’intero mazzo, la pergamena e lesse ‘ Regina di cuori fuori!’
Aria, Alice cresciuta tra gli individui rimettendosi a posto ‘volto, cuore e sogno’.”
Tranquilli, non sono diventata una persona che parla strano, ma questa tesi nasce da un lavoro di caviardage sul libro di ‘Alice nel paese delle meraviglie ‘ e questo ne è il brano conclusivo. Già, forse è meglio provare
a spiegare il cammino fatto partendo dalla fine senza togliere il fatto che è vero a marzo ho iniziato questa scuola e ci sono arrivata proprio per chiudere dei progetti rimasti aperti nel passato, ma trovando poi veramente ‘un corpo da cui tagliare’ e quindi dandomi la possibilità di perdonare me stessa di alcune situazioni e scelte della vita in fondo ho imparato che in ogni situazione fai con ciò che hai e solo aumentando il bagaglio di
strumenti a disposizione puoi trovare la consapevolezza nella scelta che in quel momento credi essere la migliore.
Oggi sono sicuramente ancora in cammino, però parto avendo un ‘volto cuore e sogno’
Nel cammino fatto in questi tre anni ho dovuto riprendere in mano tappe forti e importanti, ho pianto e riso con un gruppo di compagni/e che come me non hanno avuto paura di affrontare le loro sfide interiori, lavorato con docenti capaci di seminare e incoraggiarmi a raccogliere ciò che ne era nato. Certo, ogni martedì mattina mi alzavo chiedendomi che pezzo di mio passato o di irrisolto avrei trovato in quella lezione o in che posto lo avrei collocato e devo dire che non era sempre bella la sensazione anche perché ogni cosa nuova una volta inserita porta subito ad un primo scombussolamento e poi di nuovo alla stasi, ma prima della stasi c’è un intenso lavoro! Posso anche ammettere che molte mattine (specie quelle con Arianna docente) mi sarei girata sull’altro fianco e non solo per pigrizia, ma perché molte volte ero certa, lo sentivo che sarei scesa di un altro gradino nel dolore del passato. Ma sapevo e so che l’unico modo per entrare nella consapevolezza del presente è perdonare il passato.
‘’Alice si stufava e leggeva dialoghi rosa, ma non c’era nemmeno la mamma perché arrivava tardi.
Aveva tempo per pensare e guardarsi attorno entrando in un pozzo profondissimo. Con l’orologio corse fuori dalla tana del coniglio, capì che era naturale doveva uscire dritta dalla siepe.”
Ecco proprio da qui sono partita, da questa amata ma tanto ingombrante mamma che non c’era mai e Daniela doveva uscire dritta dalla vita da sola, poteva costruirsi un mondo fatto di libri e poteva così perdere il contatto dal dolore e dalla solitudine.
“Giù a terra nel pozzo appoggiò mensole e quadri, senza tenere alta la voce più tardi cadde un’ arancia era d’effetto sulle orecchie bianche e sui baffi.
Dopo un secondo tentativo si aprì una piccola porta con una chiave d’oro, spostò una tenda e scomparve in un corridoio basso di una galleria che portava alla tana del topo stretta per testa e spalle. Accadevano cose strane, su un tavolino c’era un libro con le lettere, una bottiglietta, ma lei era saggia non si gioca con i coltelli, il fuoco e veleno altrimenti muori.
Chiudendosi si rimpiccioliva. Nel magnifico giardino c’erano delle ciliegie assaggiò e bevve tutto. Decise di scomparire del tutto come una candela sciolta dalla fiamma, piangeva e guardó dal vetro ‘ non poteva più raggiungerla’ si diede ottimi consigli per essere così piccola : ‘essere due persone’.
Corse, mangiò una tortina, sbatté i piedi sdraiandosi e vide una scatolina con un occhio solo e c’era una chiave. Nel corridoio una ragazza piange : ‘vergogna!’ ….litri di lacrime. Con gli occhi pieni di lacrime c’erano amiche e compagne di scuola faceva gran caldo. In abito di gala, la duchessa si arrabbierà era alta e le cose vanno male più che mai. Si agitava e scivolò nel mare si sentiva un ippopotamo e poi un topo che si lecca le zampe . In una casetta carina afferrò dell’acqua, sono stanca speriamo mi faccia tornare grande. Per fortuna bevuta poté inginocchiarsi e con un urletto si disse ‘non fare storie’ con un braccio aprì la finestra con i vetri rotti. Era certa ‘scriverò io le favole’. Tienigli su la testa il cammino è stretto ci sono sassolini e pasticcini e se li mangio diventerò
più piccola. C’era folla, Alice corse veloce trovò un grosso bruco blu. Lui le chiese ‘ tu chi sei? ‘ Alice balbettò ‘ non so! Penso di essere cambiata parecchie volte’…Tu …qualcosa di importante ….soffocando la rabbia
aprì le braccia nell’erba. Povere mani! Non trovava più un mare di foglie. Non chiudo occhio, così portò le mani alla bocca. Alice entrò la cuoca starnutì, un gatto accollato e Duchessa con tono solenne sorrideva … Attenzione! Dove vuoi arrivare? Se cammini e non ti fermi?… Va dove ti pare non puoi evitarlo … Sono matta? Sembrava buono … Senza sorriso sono partita e invitata , ma gradirei che tu smettessi di apparire e scomparire improvvisamente … Rimase lì sospeso.’’
Capisco che per chi sta sentendo per la prima volta queste parole possano sembrare un po’ sconclusionate e sarebbe troppo lungo spiegare passo passo queste parole (a me per iniziare a capirle e interiorizzarle ci sono voluti tre anni!),io ci rivedo la mia infanzia e la mia adolescenza e quindi chi mi conosce un po’ ed io che ho imparato a ri-conoscermi in questi tre anni ne vedo il percorso della mia vita spiegato in modo molto chiaro e semplice sino a qui.
Posso dire a oggi di aver perdonato e essermi perdonata, di aver accolto e essermi accolta e soprattutto riconosciuta come persona completa di luce e ombra.
Quando al primo anno Arianna ci diceva che ognuno avrebbe trovato il proprio cammino nella miriade di specialistiche e master mi pareva una cosa assai strana, poi si aprono le strade ed ecco affacciarsi lo Shiatsu nella vita …‘uso il dito e il gessetto’ dice Alice! Bene il dito ho capito il gessetto ancor mi sfugge, ma non mi agito a capire, arriverà la chiave di lettura anche di questo.
Lo Shiatsu si era già presentato nella mia vita circa 20 anni fa con il corso di estetica, ma ne ero fuggita a gambe levate come se dovesse rivoluzionare la mia vita in maniera irreversibile. A oggi sorrido al ricordo di quella giovane donna che scappa davanti ad un cambiamento che poi con gli anni ha voluto affrontare, ma allora non era il momento! Oggi riesco ad unire il colloquio di counseling al trattamento di Shiatsu per ottimizzare l’ascolto e il contatto su 360 gradi con il cliente e con me stessa, tutto ciò mi da grande soddisfazione e mi rende grata con la vita stessa delle innumerevoli possibilità che mi pone e mi ha posto davanti.
Giunti alla fine del percorso ringrazio di cuore (lo stesso di cui ne lascerò qui un pezzetto) tutti i miei compagni/e, i miei docenti (in modo particolare Irene che mi è stata vicino come tutor e come amica), Arianna, Enrico (mio marito) e Giorgio (mio figlio) per il loro sostegno e aiuto anche a livello pratico di gestione di vita famigliare che mi ha permesso di avere il tempo da dedicare a me stessa per frequentare e studiare e per quello che sto ancora studiando ed infine ringrazio me stessa per la voglia (ancora tanta) di mettersi sempre in gioco!
Vi voglio e Mi voglio bene Grazie!
21 Febbraio 2017