Istituto Artemisia

ISTITUTO

Counseling Relazionale Istituto Artemisia

COUNSELING

Coaching Istituto Artemisia

COACHING

Sostegno Istituto Artemisia

SOSTEGNO

Crescita personale Istituto Artemisia

CRESCITA PERSONALE

Operatore olistico Istituto Artemisia

PROFESSIONISTA OLISTICO

La favola della principessa invisibile
C’era una volta una piccola principessa senza nome che quando si guardava vedeva solo un ombra, l’ombra di qualcuno più interessante di lei, l’ombra di qualcuno migliore di lei e a forza di sentirsi dire e dirsi che lei non era abbastanza, inevitabilmente iniziò a crederci e comportarsi come se fosse vero.
Piano piano cominciò a diventare invisibile.
Piano piano iniziò a perdere la voce e smise di parlare.
Nei primi tempi si sentì meglio dato che tutto sembrava più semplice, ma poi si sentì triste perché si accorse che davvero non la vedevano e non la sentivano e ogni volta che provava a parlare e non ci riusciva creava per magia ma senza volerlo un mattoncino.
Piano piano un mattoncino tira l’altro e la principessa quasi adulta si ritrovò con una bella torre, ma non era Rapunzel, la nostra principessa aveva scelto la torre, l’aveva arredata mettendoci le cose che le davano sollievo e ci si era rinchiusa di sua volontà e ogni tanto costruiva un piano nuovo sempre più verso il cielo e sempre più lontano dal dolore. La sua piccola torre le dava sicurezza, ma non era felice, si sentiva sola, ma almeno, si diceva, non veniva più ferita da nessuno perché aveva esorcizzato i sentimenti per gli altri e se qualcuno si avvicinava lei temeva di poter essere tradita e abbandonata e lo chiudeva in una scatola.
Dentro era costantemente in lotta, restare onestamente sé stessa ma compiacere gli altri fingendo di essere diversa.
Il dolore del tradimento per chi le chiedeva di essere sempre più di qualcosa e meno di qualcos’altro o uguale a qualcun altro, inasprì il suo cuore con il distacco.
Lei voleva essere vista, voleva che qualcuno capisse che lei era lì e che la amasse per quello che lei era.
Desiderava essere finalmente l’unica per qualcuno. Non la seconda.
Non il fastidio. Non la perdente. Non la nullità. Non quella da cui non ci si aspetta granché.
Desiderava essere confortata, ascoltata, protetta, desiderata e accettata per quello che era.
Ma non succedeva e dentro la sua torre lei si crebbe da sola.
– Ombre – 2007 –
Con quanto affanno cerco stabilità qui dentro
nei mei pensieri il cuore ha come un buco che cucirò
con questi sentimenti con queste mie paure morirò
se non trovo il filo che, che ti legherà a me
in questa pelle ci vado stretta su cento sbagli uno lo riparerò
ma io non lo so se tu ancora mi vorrai
su questa strada stretta mi cercherà la notte ed è un deserto che ha il cuore vuoto di paura
anche al sole io sono ombra non mi salverò ho paura e tu hai paura di me
se questa strada stretta ci porterà la notte vorrei sapere che nel buio non sarai sola
anche con la paura un’ombra hai dietro te e nel buio un altro cuore sentirai
una ferita aperta che non si vuol cucire è solo un’altra scusa proteggi il cuore e non muori più
ma se ti addentri troppo e poi ti volti indietro sola sei hai perso il sole che brillava dentro te
se uno spiraglio di luce esiste vorrei buttarmi dentro insieme a te
io lo sai ci proverò se ancora mi vorrai
su questa strada stretta mi troverà la notte ed è un deserto che ha il cuore vuoto di paura
anche al sole io sono ombra non mi salverò ho paura e tu hai paura di me
se questa strada stretta ci porterà la notte vorrei sapere che nel buio non sarai sola
anche con la paura un’ombra hai dietro te e nel buio un altro cuore sentirai
io vorrei poter unire senza più paure questo cuore mio
e dare spazio a te per non tremare più
su questa strada stretta supererò la notte ed è un deserto che ha un sole caldo sei tu
anche al sole io sono ombra ma mi salverò ho paura ma non ne ho più di te
se questa strada stretta mi porterà la notte vorrei sapere che nel buio non sarò sola
anche con la paura un’ombra ho dietro me e nel buio un altro cuore sentirò
Poi finalmente un giorno apparve nel prato lontano lontano un bel principe.
Lo conosceva di già  e pensò che forse era il suo principe azzurro, il suo salvatore. La solitudine era finita?
No, presto vide che non era come lo aveva immaginato, aveva anche lui un suo piccolo carico di ombre e la principessa non era ancora pronta per scendere, era gelosa, era egoista, aveva bisogno di metterlo costantemente alla prova. Cavoli, lo aveva aspettato tanto e adesso lui non era abbastanza.
Lo cacciò via e poi passò gli anni successivi a rimpiangerlo come un sogno che non era neanche certa fosse reale, ma almeno il melodramma le dava un’emozione e lei, nella torre, di emozioni ne aveva sempre meno e le sembrava di percepire solo più il dolore e l’apatia.
Nella sua solitudine cominciò a stancarsi di essere sola e decise che voleva cominciare a comprendere il perché di quel vuoto nel petto.
Si piazzò davanti alle scale e decise che ora sarebbe scesa ma, aveva iniziato appena, che il suo principe ritornò deciso a stare con lei in ogni caso e forse, voleva provare a salvarla.
La principessa visitò negli anni successivi gli scantinati più oscuri e profondi della sua torre, lei aveva costruito verso l’alto, per salvarsi, ma la torre era cresciuta anche sottoterra come un’ombra.
Aveva evitato delle porte per la paura, aveva trovato polvere e aveva anche trovato degli angolini scuri dove aveva nascosto la rabbia e l’invidia, il giudizio e l’amore.
Quando, dopo alti e bassi, scalini in su e scalini in giù, nacque alla fine una principessina, la nostra principessa sentì dentro di sé il coraggio di uscire.
Il suo bisogno era quello di intraprendere un percorso utile a capire sé stessa con la speranza di poter un giorno aiutare anche altri a visitare e comprendere, vivere meglio o lasciare la loro personalissima torre.
Ora si ritrovava davanti alla porta. Una foresta di infiniti misteri si stendeva davanti a lei ma ora che aveva trovato il coraggio, non sentiva più il bisogno di restare dentro.
Per primo incontrò un picchio di nome Mimi. Che picchiettava sempre e non ascoltava mai.
Insieme a lei imparò l’ascolto di sé e la consapevolezza della sua voce interiore e dei suoi bisogni.
Il bisogno di essere finalmente ascoltata nasceva anche dalla sua incapacità di ascoltarsi.
– La mia voce – 2019 –
Che vuoto enorme c’è dentro di me è grande e non sto respirando
Provo a sentire la mia voce che pian piano sta ormai crollando
Lo sai che se vacillo e tremo chiunque saprà che neanche io mi sento più
Io voglio urlare forte come il mare tu non mi puoi fermare la mia voce nessuno la spegne
Fermarmi sull’orlo e poi buttarmi non mi basta per placarmi e nel vuoto la voce si spegna
Sono cresciuta in modo da stare lì al mio posto e zitta
c’era qualcuno al mio posto a parlare e la mia voce l’ho scritta
Lo sai, se accetti non hai scampo ma ora non potrai zittirmi così mai più
Io voglio urlare forte come il mare e poter bisbigliare
e sapere che il mio cuore sente, mi sente
Mi vuoi ascoltare io sento di meritare
nel cuore mi sento urlare la mia voce nessuno la sente
Certo non mi fermerai, nessuna gabbia conterrà
le mie ali pronte per condurmi e il mondo ascolterà il mio eco che urlerà
Non voglio stare rinchiusa per sempre è il tempo per volare
questa voce nessuno la spegne – spegne
Levarmi il fiato e soffocarmi non mi basta per fermarmi questa voce nessuno la spegne
Questa voce nessuno la spegne – spegne
In estate incontrò la leonessa Ari che le insegnò la necessità di mettere dei confini. Troppo spesso non sapeva come dire no.
Scoprì che, per non sentirsi in colpa, diceva di si o risolveva problemi di cui si dava la colpa.
Capì che dire di no non era un errore e non era la scelta facile o semplice egoismo, come spesso le avevano detto, ma significava accettare la sua parte di responsabilità e solo la sua.
– Confini – 2017–
Lotto ogni giorno per dominare in me quello che sento e quello che vedo in te
nascosta nell’ombra di chi non crede in me ecco qui, creo i miei confini
ho capito che deve iniziare tutto da me basta far entrare, basta dire si
la soluzione arriva, seguo quel che sono, sono quel che sono, sono solo io
posso fare tutto lo so, posso esser tutto e lo sarò
Questo non è un addio – la ricerca del mio vero io
Non sono un ombra mai più – non resto sotto mai più i miei confini li decido solo io
Quel che mi resta è mio – il mio credo ed ora credo anch’io
se non lo faccio da me – non posso dirlo anche a te
io voglio crescere in me in me in me – io crederò in me
Ho seguito sempre le regole imposte ma erano sbagliate per me erano falsità
rinasco fuori – vi lascio nei cuori si fa male, mi fa male restare a guardare
non posso fare nulla per voi – non posso farlo se tu non lo vuoi
Questo non è un addio – tiro fuori quel che sono io
io mi libero dai si – dalle bugie che qui sono cresciute con voi con voi con voi
Questo è quel che sono io – bene o male vado avanti anche io
io vi lascio perché – devo credere in me non voglio soffrire più mai più mai più e rinascerò
Questo non è un addio – la ricerca del mio vero io
Non sono un ombra mai più – affronto tutto e di più quello che sono lo decido solo io
Quel che mi resta è mio – il mio credo ed ora credo anch’io
se non lo faccio per me non posso chiederlo a te io voglio credere in me in me in me
io crederò in me – i confini miei – sono solo miei – i confini miei
Incontrò poi la saggia civetta Ele.
Con lei parlò del pavone Narciso che affascinava molto ma nascondeva altrettanto.
L’aveva ammaliata quando aveva avuto bisogno di lei e l’aveva fatta sentire speciale e poi, quando lei non era quello che le chiedeva di essere, veniva gettata ed era accaduto tante di quelle volte da formare una profonda ferita in lei.
Capì che aveva lasciato che fosse il giudizio di qualcun altro a definirla.  Sbagliata.
Convivere col dolore dell’essere indesiderata non era facile e grazie alla civetta capì che le difese di Narciso erano involontarie come le proprie e accettandolo si sentì libera da quel peso enorme e non provò più rabbia per lui o per sé ma perdonò e si perdonò, che era una parola tanto semplice ma per contro così tanto difficile da abbracciare.
Nello stesso periodo incontrò anche un bellissimo uccello giardiniere di nome Gensoo che le spiegò tutto sulle illusioni e lei ripensò a come la sua pretesa che gli altri fossero quello che lei sperava che fossero la portasse inevitabilmente alla delusione che aumentava la pretesa negli altri e su di sé in un giro infinito senza uscita. Che stanchezza! Lei era diretta e ora che lo guardava e lo comprendeva le stava davvero troppo stretto e lo abbandonò.
Nel suo gironzolare, vedeva spesso una bellissima triade nella foresta e alla fine parlò con loro.
Kaa le raccontò della pretesa e lei riconobbe quella così alta che aveva su di sé e sulle persone più vicine a lei, l’uccellino Guaciaro parlò di lamentela che lei riconobbe di usare per sfogarsi prima di trovare soluzioni o quando non aveva il coraggio di seguire le soluzioni difficili che trovava e infine parlò con Kamereon che provò a mostrarle il giudizio, ma lei non capiva e alla fine fuggì.
Incontrava spesso il coniglietto Ego che veniva da lei per parlare ma lei lo cacciava via perché le cose che le diceva la faceva sentire in colpa, accettarlo la faceva sentire in colpa. Ego era sbagliato e lei non voleva avere a che fare con lui quindi cercava di nasconderlo dietro, dove nessuno, neanche lei, poteva vederlo o sentirlo.
All’inizio del terzo anno della sua avventura batté il naso nel fallimento, come un rimbombo potente nella sua testa, un temporale che nasconde ogni altro suono, anche la vocina interiore che ti dice «no». Ma con la testa bassa sentì che la voce non era la sua, il fallimento non le apparteneva in quanto non ci credeva, glielo avevano insegnato come giusto: non fallire, non si deve fallire! Ma per lei ogni sbaglio era la possibilità di imparare e così si trasformava in un errore stupendo. E alzò la testa.
Dopo molte ricerche finalmente riuscì ad incontrare il rarissimo orso Quaglietta e nel suo abbraccio inaspettato e pieno di accettazione per quello che lei era, la aiutò a versare le sue lacrime amare di dolore per quella bambina sola, ancora chiusa in un armadio con le lacrime in gola e gli occhi pieni di paura.
Ma la cosa più importante che le disse fu che Ego non era cattivo o sbagliato, era un compagno con cui si poteva trovare un equilibrio di modo da nutrirlo ma senza esagerare.
E così quando Ego tornò, lo prese con sé e camminò al suo fianco con maggiore serenità.
Alla fine decise di cercare Kamereon e le sue parole sul giudizio ma lui si nascondeva così scrisse di lui, lo guardò in faccia per quello che era e per quello che era per lei.
E lo accettò accettandosi.
Mentre il viaggio volgeva al termine, vide quanto il suo distacco era cambiato.
Vedere e comprendere gli altri e sé stessa le piaceva ora perché il suo istinto era diventato uno strumento di cui aveva imparato a fidarsi.
Si sentiva più consapevole. Le soluzioni che da sempre aveva avuto in sé, erano ancora più libere di esprimersi.
La principessa trovò alla fine una valle con un bel lago.
Era stanca ma grata per tutto e desiderosa di incontrare ancora nuovi animali al di là del lago e capire come diventare visibile e sentir tornare la sua voce che ancora usciva in un bisbiglio.
Durante questo viaggio, se ve lo chiedete, la principessa ha trovato qualcuno che voleva ascoltarla, che la desiderava e accettava così com’era e che credeva in lei ed era una persona che le era stata sempre vicina, da tutta la vita e lei non l’aveva amata, accettata e ascoltata come meritava.
Quella persona ovviamente era lei stessa.
Adesso non era più una principessa senza nome.
Nella sua torre aveva creduto di essere fragile e invece semplicemente non era una principessa con le scarpette di cristallo, lei aveva gli anfibi o meglio ancora le All Stars!
– Princess Allstars – 2019 –
Per quanto tempo ho vissuto nella mia bella torre altissima
dentro tenevo stretta la mia melanconia e melodramma cuciti addosso a me
Piena del mio dramma io vivevo nel passato dei ricordi miei
meravigliosi ma tanto poco reali per me, quanto me, sogni futuri ammassati in me
Princess Allstars è il mio nuovo nome con il pugno bello stretto in un sorriso do
Princess Allstars wonderful danger ricerco il cielo in me ricerco il velo perché
non mi nascondo
Nascosta dietro, lacrime e gelo io cercavo un principe in volo
portami via per favore non voglio stare più qui dove io no non esisto più yee
sognavo, speravo qualcuno che mi proteggesse da me,
nascosta da dentro e da fuori volevo volare via
ma anche no e la paura restava solo mia
Princess Allstars ero Mrs Dreamer dietro un sorriso sincero giudizio più non ho
Princess Allstars beautiful searcher ricerco il cielo in me ricerco sempre più me
Princess Allstars
La principessa dentro di me non cerca più soltanto un bel principe
io cerco adesso accettazione da te e anche da me
Princess Allstars è il mio nuovo nome dietro un sorriso sincero giudizio più non ho
Princess Allstars princess of freedom ho trovato il cielo in me amo sempre di più di me
Princess Allstars prince of my dreams ora son solo io quel che cercavo in te
Princess of your dreams searching for freedom Ti auguro libertà ed io resto per me
Beautiful fighter
Staccarmi  un secondo dalla storia che ho scritto e pensare al qui e ora, a cosa sono ora, mi fa sentire vecchia ma anche nuova.
La principessa dentro di me è felice e orgogliosa di questo percorso, grata per tutti gli insegnamenti, per le parole importanti e non, per i momenti, le risate e le lacrime di una consapevolezza più piena. Questo non sarà un momento meno difficile di quelli passati negli ultimi anni. La fine di un percorso e l’inizio già iniziato, di un percorso diverso.
Se penso che quando ero piccola mi dicevo: «a me i cambiamenti non piacciono» e in realtà ero già la fautrice delle soluzioni creative per migliorarmi e aiutarmi, mi rendo conto che tutto va come va e mi posso lasciar trasportare invece di tirare il freno, essendo semplicemente me stessa.
Ora so quanto non mi vedevo, quanto non mi ascoltavo.
Per tutti quelli che, nel bene e nel male, hanno seguito e mi hanno aiutato nel mio percorso:
Grazie mille di cuore.
A quella principessa, nuova e vecchia, che ha un ricordo bello e doloroso della sua torre, dico:
Adesso ti vedo
Adesso ti sento
Con tutto il cuore ti accolgo e ti stringo!
La favola della principessa invisibile
Fine. O magari anche no…