Istituto Artemisia

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Coaching: allenamento e sviluppo del potenziale

Il Coaching è un processo di sviluppo che permette di raggiungere obiettivi definiti, attraverso l’individuazione degli ambiti di potenziale crescita

Il Coach aiuta il cliente a riconoscere le sue potenzialità, valorizzando le sue risorse fino a farle diventare competenze. È un rapporto basato sulla fiducia e sulla cooperazione nel quale si valutano i progressi a breve e lungo termine.

Il Coach accompagna nel cammino di crescita, nella conoscenza di sè, nella capacità di scelta e nella responsabilità agita.

Ho scelto di iscrivermi a questo corso per crescere come persona e ho utilizzato gli insegnamenti e gli strumenti dati nelle lezioni, su me stessa, in quanto ritengo che per aiutare gli altri, occorra prima crescere individualmente. Come insegnante penso sia fondamentale “imparare ad imparare”. Mi sono accorta di avere allenato le mie potenzialità professionali, la mia autostima Il mio senso di autoefficacia. Questa motivazione all’agire, mi ha dato modo di ampliare i miei orizzonti professionali. Ho pensato di utilizzare le competenze acquisite durante il corso, come valore aggiunto, per il mio intervento al webinar del salone dell’orientamento dal titolo: “Innovare per orientare” organizzato dal comune di Torino. Proprio questa tematica mi ha permesso di porre l’accento sul ruolo che ha la relazione educativa ed emozionale nel processo di orientamento, processo che coinvolge l’insegnante e l’allievo e che porta ad avere lo stesso sguardo proiettato nel futuro. L’insegnante in ogni ordine e grado di scuola, “accompagna infatti “da un luogo di partenza a un luogo di arrivo”, aiuta ad affrontare gli ostacoli che si presentano nel corso della crescita. Ha il compito di mettere in evidenza le capacità, le forze, le risorse e le debolezze dell’allievo, valorizza gli aspetti interpersonali, costruendo continuamente la relazione che influenza il percorso scolastico. Questo percorso al contempo ha realizzato uno dei miei sogni professionali: trasmettere non solo l’importanza e la responsabilità della Scuola nel fare didattica ,ma anche la bellezza e la profondità del fare della scuola un luogo dove è possibile l’autorealizzzazione che genera felicità, quella felicità interiore che ho vissuto come allieva in questo corso di Coaching, dove insegnanti e compagni, mi hanno aiutato a costruire un altro pezzetto di me.“ Ciò che ottieni raggiungendo i tuoi obiettivi non è così importante quanto ciò che diventi raggiungendo i tuoi obiettivi”. Di seguito uno stralcio del mio intervento:

Orientare: educare all’agire

Il percorso scolastico ha come obiettivo quello di formare l’allievo affinché si orienti e indirizzi le proprie risorse che utilizzerà in futuro. L’orientamento è quindi un AGIRE EDUCATIVO che diventa un PROCESSO ATTIVO.

EDUCARE ALL’AGIRE COMPETENTE è un processo che esercita il potenziale del bambino che diventerà ragazzo e del ragazzo che diventerà un uomo.

Gli elementi che facilitano il suo agire sono:

  • il sostenere per far sì che si metta in movimento
  • aiutare e accompagnare nel cambiamento
  • allenare le potenzialità

Elemento cardine che orienta l’agire è la relazione: il bambino che muove i primi passi possiede il senso di AUTOEFFICACIA, in quanto ha fiducia nelle proprie capacità e ottiene gli effetti voluti con la propria azione e mette in campo:

  • La motivazione
  • L’autodeterminazione
  • Cosa vuole ottenere
  • Quanto sforzo richiede l’azione
  • La volontà
  • L’impegno

Elemento Importante quindi per prendere una direzione è la MOTIVAZIONE. Motivare significa aiutare ad orientarsi perché genera una spinta verso la direzione. Lavorare sul presente per immaginare il proprio futuro è un PROCESSO RIFLESSIVO che porta una spinta all’azione:

  • Quali emozioni
  • Quali aspettative
  • Quali motivazioni

VOGLIO AIUTARTI AD ESSERE CIÒ CHE VUOI E PUOI DIVENTARE significa per l’insegnante creare dentro di sé uno spazio di ascolto per:

  • Sostenere
  • Insegnare
  • Formare
  • Trasferire
  • Compiere dei passi
  • Sviluppare il sapere facendolo diventare progetto e di conseguenza forma professionale.

 

Importanti concetti ai quali i docenti possono ispirarsi per aiutare i ragazzi nel prepararsi ad orientarsi sono:

1) IL COSTRUTTO DI ADATTABILITÀ PROFESSIONALE di SAVICKAS:

è l’insieme complesso di atteggiamenti e abilità acquisite che si possono quindi insegnare:

– l’ottimismo

– La capacità decisionale

– Il problem solving

– La capacità di agire nel gruppo

2) la TEORIA SOCIO-COGNITIVA di BANDURA che concepisce il funzionamento degli esseri umani come la risultante di un gioco dinamico tra influenze personali, comportamentali e ambientali.

Gli insegnanti sono quindi parte attiva nella costruzione dell’identità personale dei ragazzi. Educare all’orientamento è quindi una responsabilità di tutti i docenti di ogni ordine e grado ed è parte integrante dell’insegnamento. L’idea che tutti apprendono e che ognuno porta il suo contributo, l’apprendimento del sentimento di uguaglianza che vuol dire riconoscere come diceva Jean Jacques Rousseau, che l’altro è un altro io diverso da me, che impara che siamo simili e diversi, fa sì che ognuno possa esprimere tutto il proprio potenziale intellettivo, affettivo-relazionale e neuromotorio, dimensioni correlate e integrate tra di loro nello sviluppo integrale della persona umana.

Accanto agli strumenti didattici e alle varie metodologie che i docenti possono utilizzare per aiutare i ragazzi, ce n’è uno molto semplice ma molto efficace che è il fare emergere la motivazione nell’allievo. Per fare questo il docente può partire dalla propria consapevolezza, creando dentro di se’ uno spazio per lo studente: “come posso aiutarti ad orientarti? Di cosa hai bisogno?” Di fondamentale importanza assume quindi la capacità metacognitiva dello stesso docente che reperisce IL PROPRIO VISSUTO EMOZIONALE

– cosa volevo fare?

– Cosa sono diventato?

– Cosa o chi mi ha ostacolato?

– Cosa o chi mi ha sostenuto?

– Chi o cosa mi ha aiutato nella scelta del mio percorso?

– Quali capacità mi riconosco

– Di cosa o di chi ho avuto bisogno?

– Educare all’agire competente significa ACCOGLIERE e mostrare interesse/ ASTENERSI dal giudicare/ AVERE E DARE FIDUCIA / ESSERE AUTENTICI.

Si chiede ai ragazzi di scegliere cosa vogliono fare, nel momento in cui sono impegnati nel loro cambiamento fisiologico e psicologico nel momento del difficile equilibrio tra SCEGLIERE COSA VOLER FARE E SCEGLIERE CHI SI SENTONO DI ESSERE. Scegliere cosa fare e scegliere chi essere si sovrappongono, ecco perché è importante COSTRUIRE un PIANO DI AZIONE che li aiuti a conoscere se stessi e le proprie aspirazioni, prefigurare se stessi e costruire rapporti significativi.

In questo modo dinamico si aiutano i ragazzi ad aiutarsi e li si aiuta a mettere a fuoco CAPACITÀ/ FORZE/DEBOLEZZE/ RISORSE

Il docente aiuta ad orientarsi quando anch’egli si orienta verso i bisogni del ragazzo Le domande funzionali diventano attivatori del sistema razionale e del sistema emotivo

– come ti vedi

– Come puoi esprimere te stesso

– Cosa ti porta a quella scelta

– Cosa significa per te essere libero di scegliere

– Cosa e come vorresti vederti nel tuo futuro

– Riconosci le tue capacità e i tuoi limiti

– Cosa vuoi migliorare

– Quali principi ti guidano

– Cosa ti fa paura

Entrare in relazione con i ragazzi per aiutarli ad orientarsi, significa capovolgere l’iceberg della competenza di Spencer e lasciare che affiorino le competenze comportamentali. Per concludere… non dimentichiamo mai cosa abbiamo risposto quando alla scuola dell’infanzia ci hanno chiesto: “tu cosa vuoi fare da grande?” … perché nella risposta in qualche modo c’era una parte di noi che era già orientata, c’era già un piccolo seme che aspettava solo il tempo per germogliare e anche se qualcuno ha sorriso difronte alle nostre risposte, anche se qualcuno ha detto : -“ sei ancora piccolo, non puoi sapere cosa farai da grande “ , anche se qualcuno ha detto: – “ se non studi non diventerai mai ciò che hai detto, a meno che… a meno che”…ricordiamoci che a volte basta solo trovare qualcuno che con quella piccola parola , quel piccolo: “a meno che …” ci ha dato la speranza che qualcosa può sempre accadere, e ricordiamoci per sempre di quel qualcuno che ha visto in noi quello che potevamo diventare. Nel film di animazione LORAX c’è un dialogo che vale la pena di riprendere per concludere il mio intervento:

“nessuno tiene più agli alberi ormai, dice il ragazzo e il guardiano risponde:

“allora fai in modo che ci tengano, pianta il seme in mezzo alla città e tutti lo vedranno, cambia l’andamento delle cose…. lo so può sembrare piccolo e insignificante quel seme, però non conta ciò che è, ma ciò che può diventare…quello non è solo un seme, così come tu non sei solo un ragazzo”.

 

Sarà difficile diventar grande

Prima che lo diventi anche tu

Tu che farai tutte quelle domande

Io fingerò di saperne di più

Sarà difficile Ma sarà come deve essere

Metterò via i giochi, Proverò a crescere

Sarà difficile chiederti scusa

Per un mondo che è quel che è

Io nel mio piccolo tento qualcosa

Ma cambiarlo è difficile…

Sarà difficile vederti da dietro Sulla strada che imboccherai

Tutti i semafori Tutti i divieti

E le code che eviterai

Sarà difficile Andrai, a modo tuo

Camminerai e cadrai, ti alzerai…Sempre a modo tuo…

(Ligabue ed Elisa)