Istituto Counseling Artemisia
TESINA
Era inizio 2009 quando Arianna parlò di voler iniziare una scuola di counseling, ricordo che i suoi primi accenni, seppur pregni di determinazione, facevano supporre che l’inizio del progetto si sarebbe verificato in un tempo ben lontano dal “qui e ora”, questo però non mi distolse da un certo interesse verso l’argomento che, come un semino, si insinuò nella mia mente pronto a germogliare quando si fosse presentata l’occasione, e così fu.
Verso la fine di quello stesso anno Arianna arrivò dicendo che la scuola sarebbe partita e chiedendo chi volesse partecipare. Ricordo che l’esitazione mi colse, i motivi si accavallavano: il costo, il tempo dedicato, l’effettiva possibilità di convertire tutto in un lavoro futuro e anche quel senso di disagio che si prova davanti a qualcosa di non perfettamente strutturato, non proprio definito, non conforme a quello che per me è sempre stato legato alla parola scuola. In più non era ben chiaro il riconoscimento professionale che al termine dei tre anni di scuola si sarebbe potuto ottenere. Insomma mancava in quel momento tutto quello che riguarda la forma, quello che è socialmente riconosciuto e io non ero in grado di valutarne gli effetti e di spingermi in là con il pensiero per capirne la sostanza.
Tutte queste ragioni crearono in me turbamento e la crepa del dubbio si infilò nella mia mente. Per fortuna quel semino gettato tempo prima fece il suo mestiere e mi diede due ragioni che sconfissero l’indecisione e fugarono i dubbi:
- per la prima volta mi rendevo conto che non solo mi piaceva l’argomento ma che lo sentivo bene addosso e che avrei potuto farcela
- la stima e la fiducia nei confronti di Arianna
Fu così che a quella fatidica domanda io risposi: ok ci sono.
Come tutte le scuole c’è una maestra e ci sono dei compagni. Dico maestra, proprio associandola alle elementari, perché anche qui muovi i primi passi, la direzione però è verso te stesso, dove l’ABC dei sentimenti ti viene rispiegata o meglio spiegata perché le lezioni sono tutte sulla pelle, dove non sei interrogato ma accompagnato a non mollare, a tirare fuori, dove la condivisone è studio, gioco e accoglienza, dove se cadi non senti il tonfo perché delle mani forti e dei sorrisi veri ti prendono in tempo, non senza lasciarti sentire la caduta.
La maestra
Arianna
Indomabile, preziosa, umana. Mamma e papà della nostra scuola.
La stima che ho espresso all’inizio qui la sigillo. Arianna che è maestra e compagna nello stesso tempo, che insegna senza far pesare la sua sapienza, che ho visto usare tenacia per scontrarsi con monolitici caratteri e vincere, che accoglie e culla ma non asseconda i capricci, che smaschera manipolazioni. Arianna, fiume in piena che alle volte è necessario uno STOP bello deciso per non farsi travolgere, che ho visto sciogliersi in lacrime mostrando la sua fragilità e contorcere lo stomaco per la rabbia ma mai abbattersi. Il mio grazie a lei va per avermi ascoltata e capita, per il sostegno costante che sento arrivare come un flusso, per la sua mano che mi accompagna e sprona, per avermi spinta verso la dolcezza facendomi passare per la femminilità, per avermi fatto vedere la bellezza del mio cuore.
I compagni
Anna
Sorriso che racconta, abbraccio che conferma.
Anna che mi guarda come una mamma, con quello sguardo di rimprovero divertito e mi fa sentire ancora una bimba, che riesce a farmi ridere e a coccolarmi, che mi strizza l’occhio per burla ma che mi ascolta quando inverto i ruoli e dico la mia. Anna che ho visto trasformarsi in una tigre da che sembrava un gattino, che ho visto ridere e piangere con lo stesso trasporto, che ho visto non vergognarsi e mettere a disposizione di tutti noi la sua vita, consegnandocela e riappropriandosene. Anna io e te siamo i nostri abbracci.
Claudio
Forza della natura, occhi curiosi.
Claudio che mi chiede spiegazioni facendomi sentire “grande” che poi mi lascia basita con tutte le sue letture e citazioni e riferimenti. Claudio che mi lancia sguardi d’intesa rendendo divertente una lezione pesante, che è sempre disponibile, che mi ha messo davanti alla mia incostanza con il suo esempio vivido di forza di volontà e spirito d’iniziativa. Claudio unico uomo del gruppo così in sintonia con il femminile. Claudio nel mio cuore porto la tua risata travolgente.
Anna&Claudio
“la coppia”
Anna e Claudio che sono marito e moglie, sono arrivati insieme e insieme sono cresciuti. Che hanno raccontato la loro storia, la loro Matilde, che mi hanno silenziosamente insegnato l’amore condiviso, dato speranza e restituito il significato della parola compagno. Anna, Claudio siete i miei Ginger e Fred.
Norma
Eterea e tattile, ossimoro fatto donna
Norma che ti rasserena con uno sguardo, che ti dà pace con il suo equilibrio, raggiunto forse a fatica ma poi consolidato, che quando ti mette le mani addosso puoi solo dire grazie, che riempie lo spazio tra lei e gli altri con un’aura dorata. Norma che fa voli pindarici ma atterra con dolcezza sul corpo e lo usa e lo muove con naturalezza. Norma combattente innamorata umana: belliniana. Norma veicolo delle mie dolci visioni.
Irene
Toscanità sferzante, modi garbati
Irene aspetto gentile, grinta felina, che attraversa inferni e ne esce con la testa alta, che mi fa ridere ed è complice nelle mie effervescenze, che mette a disposizione il suo tempo per la scuola, che accoglie silenziosamente. Irene che se c’è da battersi: su lo scudo, lancia in resta, le gambe le tremano ma tira giù con decisione la visiera dell’elmo e parte. Irene, scricciolo nerboruto, i tuoi occhi mi addolciscono.
Lauretta
Se non ci fosse bisognerebbe inventarla
Lauretta capace di esternare senza aggredire, ferma nelle convinzioni ma pronta a ribaltare.. certo.. bisogna convincerla … Lauretta che a piccoli passi ci ha fatto vedere la sua dolcezza che .. sì, forse ci vorrà del tempo per vederla in braccio a qualcuno senza soffrire ma il suo sorriso oggi scalda, che ha inventato per noi “indipendenza sabauda”, che sprizza vitalità da tutti i pori, che ha mille interessi, che mi ha insegnato che è la testa e non l’anagrafe a fermarti. Io e Lauretta e il nostro incontro “casuale” al Carignano per settembre musica.
Arianna
Potenza di foresta, groviglio di mangrovia
Arianna che all’inizio non ci prendevamo, che poi però ci siamo prese, eccome! Arianna che mostra la sua forza con grande vigore e fa trasparire la sua fragilità con lacrime calde, che argomenta con capacità, che difende con le unghie, che si sdegna e si accalora. Arianna, madre, moglie, amica, che c’è per tutti e sta lottando per esserci anche per se stessa. Arianna che non mi è mai piaciuto chiamarti “l’altra” siamo sempre sdraiate nel nostro prato a occhi chiusi.
Maria Chiara
Lucidità schiacciante, cuore generoso, femmina in erba.
Maria Chiara che sembra arrivare da una giornata ventosa, che respingendo attrae, che in rari attimi di distrazione si ricorda di avere un corpo e pensa che il tatto sia l’errore ortografico di tattoo. Maria Chiara che ascolta con attenzione e quando interviene incanta, che ha dovuto imparare il significato della parola mamma e le è piaciuto, che ha affrontato una separazione con la forza di un uragano e la calma di una bonaccia, stravolgendo il suo mondo, ma fidandosi di se stessa. Maria Chiara, io e te, un incontro di menti in cammino verso il cuore. MC che un giorno mi hai detto “hai un dono” e mi hai fatto sentire speciale e grata, da quel giorno però non ho più potuto far finta di niente. Maria Chiara noi siamo il silenzio eloquente della moschea di Eminonu.
Cristina – kikki
Sono passati tre anni da quando decisi di intraprendere questo cammino. Ora so che ho fatto bene. E’ quello giusto. So anche che camminando si incontrano delle persone e queste persone sono i miei compagni. Tutti hanno segnato la mia strada, a volte lasciando un sassolino perché non mi perdessi, altre deviandomi verso nuove avventure, altre ancora proponendomi una sosta della quale avevo un gran bisogno ma non lo capivo. A volte li ho rincorsi a volte superati ma non ci siamo mai persi. Quando ho avuto bisogno di risposte me le hanno date guardandomi negli occhi e arrivando al cuore.
Sono cresciuta, mi sento più forte ma quello che mi piace di più è che ora il mio cuore lo sento palpitante, gonfio e pieno di amore. Sono parole che tre anni fa non avrei detto per vergogna, per malcelata insufficienza di prove, per paura che al primo schiocco si sgretolasse.
Ho ancora molto da fare, devo darmi una raddrizzata sulle motivazioni, sull’autostima, ho ancora bisogno che mi spronino, ma via via sempre meno.
In questo ultimo anno mi sono successe diverse cose, dalle più quotidiane a quelle più importanti che hanno tutta l’aria di essere parte di un disegno complesso e meraviglioso che pian piano sta prendendo forma. Ho fiducia che quel disegno sia la mia vita.