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Diversi studi divulgati di recente, tra cui quello condotto dall’ Università della California San Diego (UCSD)[i], sembrano dimostrare che ricevere un abbraccio sincero da un abbraccio al giorno leva il medico di torno
una persona con cui si ha una relazione affettiva abbassa la pressione sanguigna e stimola la produzione di ossitocina.

L’ossitocina, conosciuto come l’ormone dell’amore, non solo ha un ruolo importantissimo per le donne che partoriscono, ma comprende tra i suoi effetti l’abbassamento del battito cardiaco e del livello di cortisolo, l’ormone responsabile dello stress e della pressione alta.

Gli effetti benefici del contatto sono ormai assodati per quanto riguarda il trattamento di neonati e bambini: Bowlby, Winnicott e diversi studi successivi hanno dimostrato l’importanza del contatto corporeo tra madre e figlio. Non solo le pratiche ospedaliere tendono a incoraggiare sempre di più l’allattamento al seno e il contatto pelle a pelle subito dopo la nascita, ma si stanno anche diffondendo corsi di massaggio neonatale per aiutare i genitori a stabilire quella “confidenza” nel tocco che forse un tempo era spontanea e innata ma oggi sembra dimenticata.

E gli adulti? Quanti di noi vanno in cerca di massaggi o altre pratiche simili, perché in realtà hanno voglia di coccole? Chi ha un partner affettuoso ovviamente è avvantaggiato, ma spesso i ritmi frenetici della vita impongono di ridurre sempre di più il tempo dedicato al tocco libero da implicazioni erotiche. Abbiamo smesso quasi completamente di toccarci. Anche darsi la mano è diventato un gesto impersonale, di cui liberarsi in fretta. Ma tutto questo ci priva di un contatto che, per molti gruppi animali, è la base della costruzione delle relazioni. Pensate a quanto tempo dedicano le scimmie a spulciarsi a vicenda… non solo per una questione igienica!

Nella nostra società invece il corpo appare quasi sempre come un oggetto sessuale. Soprattutto il corpo femminile: è raro che venga rappresentato come un corpo da guardare con tenerezza, con rispetto, nella sua verità. Più spesso viene proposto come un corpo che eccita, un corpo da bambola gonfiabile.

E allora è possibile considerare l’abbraccio o il tocco come uno strumento che il counselor può utilizzare? A mio parere sì, se non ci sono controindicazioni. Se la persona che abbracciamo non rischia di fraintenderci, se ruoli e confini sono chiari, se si è instaurato un rapporto di fiducia e rispetto sufficientemente evidente, in questo caso il counselor può sostenere anche affettivamente il suo cliente con un abbraccio.

Ancora meglio, in certi casi, può essere la scelta di avvalersi dello strumento “massaggio”. Per il counselor, avere competenze di massaggio (non certo il massaggio curativo del fisioterapista, né il massaggio rassodante dell’estetista, ma il tocco nelle sue diverse declinazioni: gestaltico, bioenergetico, approccio Trager, ecc…) può essere un vantaggio in più se ci si sente portati a raggiungere l’”anima” partendo dal corpo.

Il contatto corporeo permette infatti al cliente imparare a “sentire” anziché “ruminare”, di inscrivere nel corpo i cambiamenti e le nuove sensazioni che emergono, come spiega molto bene questo articolo di Luca Manghi. http://www.cure-naturali.it/movimento-corpo-terapie/1945/counseling-lavoro-corporeo/463/a

Il massaggio può aiutare a ritrovare quel modo semplice di prendersi cura l’uno dell’altro, di occuparsi dell’altro con tenerezza, di accogliere un corpo nella sua dignità e bellezza, e allo stesso tempo rallentare i ritmi, prendersi cura di sé, concedersi un momento di benessere da cui ripartire, più forti, verso la vita.

Info sull’autore:

Giulia ha 30 anni, è laureata in DAMS e da qualche anno ha intrapreso un percorso che è allo stesso tempo crescita personale e costruzione di competenze professionali. Ha maturato esperienze nel teatro amatoriale e nel massaggio mediterraneo e attualmente frequenta il secondo anno della scuola di Counseling Artemisia.