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di James Hillman

Il Tradimento

James Hillman, statunitense, nato nel 1926 e morto nel 2011, è stato uno psicoanalista junghiano. Ha scritto diverse opere e saggi tra cui Puer Aeternus, pubblicato in Italia presso Adelphi nel 1999 che riunisce due sue conferenze, entrambe tenute a Londra: Il Tradimento del 1964 e Senex e Puer del 1967. Il saggio le comprende entrambe sotto il titolo appunto di Puer Aeternus.

Qui si vuole soffermarsi sulla prima parte, Il Tradimento, rimandando ad un approfondimento successivo le riflessioni su Senex e Puer.

Il tradimento inizia con una storiella ebraica dove un padre, per insegnare a suo figlio a non fidarsi e per fargli comprendere cosa significhi il tradimento, lo invita a saltare da una scala dal primo gradino sempre più in alto e lui sempre lo prende ed il figlio salta anche se ha paura perché sa che il padre lo prenderà, ma arrivato molto in alto salta ed il padre non lo prende, facendolo cadere malamente e provocandogli molto dolore.

Hillman ci invita a riflettere su che cosa significhi per il figlio essere tradito dal padre e che cosa significhi per il padre tradire il figlio, che senso ha in altre parole il tradimento nella vita psicologica.

La fiducia del figlio nel padre è la fiducia archetipa  di Adamo in Dio nell’Eden prima di Eva. Dio è il Padre, è il Logos, è la Verità, è  l’immutabile sacralità del Animus, della forza maschile. Prima di Eva, prima dell’Anima, la parte femminile, c’era sola la sicurezza del logos, una sola verità, non c’era ambivalenza tra Animus e Anima, Luce e Ombra, quindi non si poteva tradire né essere traditi. Il Puer si fida ciecamente della parola del padre, si affida e si fida con la certezza di essere preso, salvato dalla possibilità di cadere e quindi dal dolore. Ma essere salvato dalla possibilità di cadere vuol dire essere fuori dalla vita. Vivere significa saltare e non sapere se troveremo le braccia del padre ad accoglierci. Non ci sarebbe nessuna differenza nel saltare dal primo o dal decimo scalino se fossimo sicuri che in fondo sempre e comunque c’è il padre pronto a prenderci. La vita non è certezza ma incertezza, dare fiducia vuol dire sapere che si può essere traditi, l’uomo nasce quando riconosce che in lui c’è l’Animus e l’Anima, il maschile ed il femminile, la ragione ed il cuore e vive nella possibilità e non nella certezza.

Certo è che anche sapendolo quando l’uomo è tradito il dolore è fortissimo, irresistibile, e prima di far nascere da questo dolore il fiore della saggezza (come dice Jung) ci sono diverse reazioni possibili.

C’è la vendetta, che è una reazione che non genera nulla di nuovo a livello psicologico, è una reazione istintiva che alimenta solo fantasie di crudeltà e astiosità.

Un’altra reazione possibile è quella della negazione: negare il valore dell’altro, di colpo il tradito togliendo la fiducia vede solo l’Ombra dell’altro e non ne riconosce più nessun valore.

Questa reazione può portare nella sua massima manifestazione al cinismo, non credere nei più alti ideali come l’amicizia o l’amore ci mette al riparo dalla delusione del tradimento.

Il cinismo in ultimo porta a tradire noi stessi: non credendo più uccidiamo in noi quel puer che si fidava del padre e saltava dal gradino più alto e che vuole ritrovare relazioni che lo facciano sentire in quello stato di grazia: la fiducia assoluta. Per non soffrire più si ritira la fiducia e quindi la possibilità di essere traditi.

C’è una ultima reazione al tradimento la scelta paranoide: si esclude la possibilità del tradimento escludendo nel rapporto l’anima, il rischio che l’irrazionale porta in una relazione, ma basandola solo sul logos, sull’animus, sulla ragione.

Le reazioni sopra elencate non ci portano a superare il tradimento ma ci immobilizzano in esso. L’unica strada dice Hillman per superare il dolore del tradimento è il Perdono.

Diciamo subito che il perdono non è un’impresa facile, non è un atto di volontà, esso acquista senso solo quando non è possibile dimenticare ma il ricordo del torto subito è trasformato all’interno di un contesto più vasto, come ha detto Jung, il sale dell’amarezza trasformato nel sale della saggezza, una saggezza che è un atto di sentimento, un atto dell’Anima, non di volontà, un atto dell’Animus.

Così possiamo dire che la fiducia contiene il seme del tradimento ed il tradimento contiene il seme del perdono. Però si può arrivare al perdono solo se, dice Hillman, entrambi, il tradito ed il traditore, riconoscono l’offesa avvenuta. Il traditore deve cioè assumersi la responsabilità del proprio atto, riconoscere l’offesa commessa, farsi carico del peccato. Il ricordo evita per entrambi che l’offesa si disperda nell’oblio, dissolvendosi nell’inconscio. Il padre si fa carico del proprio senso di colpa e del proprio dolore, non cerca di spiegarlo al figlio, tra padre e figlio rimane il tradimento come atto compiuto dal padre, subito dal figlio e ricordato da entrambi. Il perdono è un atto libero di riconciliazione interiore che ciascuno può o non può dare per conto proprio all’evento del tradimento. È questa libertà che riapre la speranza della fiducia.

 

Relazione di Lex Carla sul libro Puer Aeternus