Benvenuti sul Web Magazine di Formazione Persona. Vogliamo inaugurare questo spazio con un’intervista ad Arianna Garrone (Direttore Centro Artemisia) e Sergio Siccardi (Responsabile didattico dell’Istituto Artemisia), per capire meglio gli obiettivi del progetto e la realtà di chi opera nel Counseling.
Come è nato il progetto di questo portale? Qual è l’obiettivo?
Arianna: Il progetto del portale nasce per soddisfare il bisogno di creare e mantenere nel tempo una rete di contatti tra professionisti. Tale rete si crea già all’interno del percorso di formazione, essendo il lavoro del counselor basato sui valori di affettività e condivisione, ma può diventare una rete che dia la possibilità reale ai trainer e corsisti di collaborare e fare dei progetti comuni, per poter continuare a crescere entrambi ognuno con le proprie risorse.
Sergio: È un progetto nato da poco e ancora in fase di sviluppo, che vede impegnati colleghi counselor, medici e psicologi che condividono una visione olistica e credono nell’approccio del Counseling Relazionale.
L’obiettivo di Formazione Persona sta nel suo nome.
Formazione: Il termine deriva dal latino forma, che letteralmente significa “prendere forma”. Il processo di formazione può essere inteso in questo caso come crescita personale per trovare forza interiore.
Azione: dal greco philèin, “amare”, e sophìa,”sapienza”, ossia “amore per la sapienza”. Una ricerca che si pone domande e riflette sul mondo e sull’uomo, indaga sul senso dell’essere e dell’esistenza umana, sulle possibilità e i limiti della conoscenza.
Persona: essere razionale dotato di coscienza di sé e in possesso di una propria identità.
In sintesi il nostro obiettivo è la costruzione di un processo formativo che consenta di trovare in se stessi la forza interiore per una ricerca sull’esistenza umana, per ampliare il livello di coscienza e definire la propria identità, intesa come capacità di essere se stessi.
Dare forma a un sapere che non sia esclusivamente teorico bensì sia nutrito dall’esperienza di vita di ciascuno.
Come hai scoperto il counseling? Come mai hai scelto di farne la tua professione?
Arianna: Avevo una erboristeria e i miei clienti a volte si sedevano a prendere una tisana, raccontandomi i loro problemi. Io mi sono resa conto che non sempre sapevo cosa dire e ho cercato un corso che potesse darmi degli strumenti per poter dare la risposta giusta al momento giusto. Così sono arrivata alla scuola di counseling. Solo col tempo ho imparato che non esiste la risposta giusta al momento giusto, ma è necessario saper costruire uno spazio di ascolto attivo che permette al cliente di sentirsi ascoltato.
Sergio: Ho scoperto il Counseling inizialmente come cliente, in un periodo piuttosto buio della mia vita. Attraverso di esso ho scoperto nuove soluzioni, sono cambiato e ho ritrovato la serenità.
Da sempre appassionato alle dinamiche relazionali, ho iniziato la formazione in Counseling e dopo cinque anni ne ho seguita un’altra di diverso indirizzo. Dapprima l’ho fatto per me, per stare meglio, per migliorare le mie relazioni, poi, poco alla volta, è maturata in me la decisione di farne una professione, una professione molto gratificante in quanto mi permette, ogni volta che incontro un Cliente o un Gruppo, di mettermi in discussione, di cambiare, di rimanere flessibile e “vivo”.
Il vostro approccio al Counseling è lo stesso o ci sono differenze?
Ci sono tanti modi di intendere il Counseling e di formare Counselor. Il nostro approccio è
pragmatico, finalizzato al saper essere e saper fare. Senza trascurare gli aspetti teorici, tendiamo a trasmettere le competenze e le sensibilità necessarie a svolgere questa professione, attraverso il veder fare ed il fare partendo ogni volta dalle dinamiche e dalle curiosità presenti nel gruppo. Cerchiamo di sensibilizzare i nostri corsisti a divenire responsabili in prima persona della loro formazione ed il primo passo consiste nel prendersi cura della propria vita, delle relazioni che vivono nel quotidiano, dei loro temi irrisolti.
Quale pensi sia il contributo che il Counseling può dare alla società di oggi?
Arianna: Oggi le persone sono spesso sole perché si è sempre troppo di corsa e c’è sempre troppo poco tempo per coltivare le relazioni sociali. Sempre più spesso le famiglie sono composte da una persona sola, si è persa la forza e il sostegno dei legami di gruppo. Ad esempio non esistono più i riti di iniziazione che avevano la funzione di sancire i passaggi nella vita (adolescenza, lutto ecc…) Questi riti erano delle cerimonie comuni, quindi l’individuo aveva la possibilità di elaborare in gruppo i momenti di passaggio inevitabili nella vita umana. Momenti che, se quando sono condivisi sono vissuti come naturali e impediscono alla persona di sentirsi sola, oggi possono invece rappresentare dei momenti difficili. Per questo nei momenti di crisi la solitudine si sente maggiormente. Il termine counseling ha etimologia latina: cum solo, consolare chi è solo. Quindi il counseling oggi ha anche la funzione di sostenere la persona a uscire dalla sua solitudine, soprattutto nei momenti di crisi.
Sergio: Un grande contributo, specialmente nella ricerca di nuove soluzioni relazionali, in un mondo cambiato troppo rapidamente dove ci sono tanti uomini e donne spesso confusi, disorientati o sofferenti magari perché rimasti intrappolati in schemi o formae mentis non più funzionali.
Il Counseling permette alle persone di ampliare gli orizzonti, di trovare dentro di sé risposte responsabili e creative e di dare nuove prospettive alla vita.
Quali sono le principali difficoltà che incontra chi lavora come counselor?
Una delle maggiori difficoltà è trovare il modo di differenziarsi rispetto alla figura dello psicologo. Questa difficoltà provoca da un lato un atteggiamento di rifiuto degli psicologi rispetto ai counselor, dall’altro una possibile confusione del cliente quando non sa a chi rivolgersi.
Quali sono le maggiori soddisfazioni professionali che avete raggiunto?
Arianna: Sono tante le soddisfazioni raggiunte: la più importante è l’avere aperto una scuola nella quale ho la possibilità di passare la mia esperienza ai corsisti, che a volte sono stati clienti curiosi di apprendere questo lavoro. Un’altra soddisfazione è vedere come le persone migliorano la loro qualità di vita e portano i loro valori nel mondo, infine riconoscere quanti strumenti ho acquisito nella mia vita che mi permettono di vivere con una serenità di fondo nonostante i miei momenti di sofferenza.
Sergio: Tante, per me le più importanti sono quelle legate ai rimandi dei miei clienti quando si rendono conto di poter lasciare il vecchio per il nuovo e constatare come, passo dopo passo, i nostri corsisti diventino capaci di accogliere nuove visioni e aprire nuove strade per costruire relazioni più integre.
Cosa vi augurate per il prossimo futuro?
Che la nostra società e gli individui diventino, anche attraverso il Counseling Relazionale, più consapevoli e sereni.
Grazie!