Il 5/03 si è svolta presso la scuola di Counseling Relazionale “Artemisia” una giornata di formazione sulla “GESTIONE della SOFFERENZA e ACCOMPAGNAMENTO AL FINE VITA”
L’ incontro, per quanto l’argomento non possa essere definito che denso date le problematiche che affronta e i vissuti che certamente ogni partecipante ha affrontato nella propria vita, risulta coinvolgente, ma non opprimente. Consente a ciascuno di sviluppare consapevolezza circa l’importanza di elaborare i propri vissuti in una logica di chiarezza circa la propria professione di aiuto. Nella scuola, passando attraverso i propri vissuti, contattando parti di sé e le proprie emozioni, il counselor impara ad aiutare se stesso per poi sostenere il cliente nell’aiutarsi ed essere in grado di gestire la sofferenza determinata dalla malattia e l’accompagnamento al fine vita.
Grazie all’esperienza e alla delicatezza di Arianna Garrone, direttrice della scuola che ha condotto la lezione, i racconti dei partecipanti, anche assai drammatici, si amalgamano alla lezione in un tutt’uno estremamente fluido. Ciò ha permesso al gruppo di entrare in contatto con le proprie dinamiche di gestione della sofferenza e dei vissuti legati alla morte.
Questo aspetto caratterizza la formazione presso la scuola: dall’esperienza di ciascuno nasce la possibilità di confrontarsi acquisendo strumenti e conoscenze che consentono ai corsisti di operare in ambiti diversi , in questo caso presso realtà che si occupano di fine vita e\o elaborazione del lutto quale ad esempio come la Fondazione Fabretti di Torino.
Durante la giornata si sono proposti gli strumenti che riconosciamo come strumenti forti in Artemisia: l’ascolto, la centratura, l’attenzione al nostro respiro.
Sono gli strumenti che consentono empatia.
Si è anche affrontato il tema del campo elettromagnetico del cuore e del fenomeno del trascinamento sincrono. Non esiste nessun oggetto al mondo che sia isolato, siamo fatti di energia, è un continuo movimento, ogni corpo oscilla. Il cuore, come oscillatore principale del corpo umano, 5000 volte superiore al cervello è responsabile della trasmissione di gratitudine, compassione, gioia, attraverso la coerenza cardiaca.
Aptonomia, scienza del contatto, sentire al di là di sé.
Contatto fisico: attraverso il tocco, il massaggio, la carezza, si può creare la comunicazione empatica.
Contatto verbale: attraverso la voce, tono, il canto, la parola, il mantra.
Contatto mentale: attraverso lo sguardo, si può creare la condivisione empatica o silenziosa.
L’attenzione alla prossemica, disciplina che studia lo spazio o le distanze come fatto comunicativo.
Uno dei messaggi più densi che è stato trasmesso per lenire il senso di solitudine della persona è l’importanza di
“ guardare negli occhi un morente per fargli sentire che appartiene ancora al mondo dei vivi”