Eccomi qui!!!
Una donna nuova, una donna trasformata, ma in realtà la vera me o, almeno, una parte della vera me.
Osservo la mia vita, divento consapevole del percorso che ho fatto e di come gli eventi si sono intrecciati per creare un meraviglioso disegno.
Siamo venuti su questa terra per imparare e la vita crea le condizioni per poterlo fare, sta a noi scegliere se accettare la sfida oppure no.
Durante la prima parte della mia vita ci sono stati diversi abbandoni e questa ferita, che fa parte di me, ha condizionato fortemente il mio modo di relazionarmi con gli altri.
Facevo in modo che andasse tutto bene pur di non perdere le persone e così, poco per volta, ho perso me stessa ed è stato necessario un lungo percorso per iniziare a riconoscermi.
Sono diventata una fisioterapista, un lavoro che mi ha permesso di fare una grande pratica con le relazioni, ma anche di affrontare la sofferenza dell’altro, con tutto l’impatto che aveva allora su di me.
Avevo quasi trent’anni quando nacque il mio meraviglioso figlio, Matteo; un dono, come il significato del suo nome. La vita cambia completamente e non sono più io al centro dell’universo, ora c’è una vita da accudire, che mi spingerà a guardarmi dentro, a crescere e ad evolvere, ad imparare ogni giorno una lezione nuova. Dopo pochi anni la mia famiglia si trasforma, il matrimonio finisce. Sono da sola, ho fatto in modo che si creasse di nuovo il distacco e l’abbandono nella mia vita. Poco tempo dopo mi innamoro del mio attuale marito, Nicola, un rapporto che arriva in un momento difficile per entrambi, un sentire comune che crea un forte legame con forti contrasti, unamore intenso che ci lega profondamente e che ci permette di fare un bellissimo percorso di crescita personale.
Una nuova famiglia, all’interno della quale sono sorti poi dei conflitti che, purtroppo, non siamo ancora riusciti a sanare. Per me è stata una grande sofferenza, ma mi ha permesso di capire che non posso risolvere le cose al posto degli altri, che ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, che non posso fare andare bene tutto per tutti e devo accettare ciò che non posso cambiare.
Durante questa nuova vita decido di riprendere gli studi, ho bisogno di aggiungere una parte importante al mio lavoro, sento il bisogno di trattare i pazienti nella loro globalità, considerando l’essere umano come unità di corpo, mente e spirito, utilizzando tecniche naturali.
Divento così Naturopata con un approccio psicosomatico, mi affascina il mondo olistico e mi piace molto questo cambio di prospettiva che mi fa uscire dalla visione meccanicistica in favore di una visione più ampia con tante sfumature.
A questo punto il lavoro in ospedale inizia a starmi stretto e decido di lasciarlo per iniziare una nuova attività in proprio. Respiro libertà, nonostante le difficoltà di questa scelta e le difficoltà del periodo della pandemia che sarebbe iniziato di lì a poco.
Il lavoro mi dà soddisfazioni ma non posso smettere di studiare, sento forte la necessità di migliorarmi e di continuare ad imparare.
Mi ricordo che Arianna, che avevo conosciuto qualche anno prima, è la direttrice di una scuola di Counseling, una professione che avevo già pensato di intraprendere ed è così che entro in Artemisia.
Non ho scoperto nulla fuori che non fosse già parte di me. Ho trovato degli strumenti e delle persone meravigliose che mi hanno aiutata a togliere ciò che non mi appartiene e a trovare le risorse e ciò che mi rende unica.
Grazie, grazie, grazie…….. a me, a tutti quelli che hanno fatto e fanno parte della mia vita.
Mi sembra di far parte di Artemisia da sempre, il tempo si è dilatato, dandomi la possibilità di essere in un continuo fluire.
Aiutiamo le persone ad aiutarsi, che meraviglia!!!! E aiutiamo noi stessi, è uno scambio.
Entrare in noi stessi fa’ sempre un po’ paura ed io mi ero già incamminata su questo sentiero, ma facevo dei piccoli passi, in punta di piedi, cautamente, attenta a non inciampare e soprattutto attenta a non cadere, appoggiavo i piedi sul terreno stabile, sapendo quello che facevo.
Un salto, una dimensione nuova e meravigliosa, e lungo questo sentiero si aprono delle nuove strade, dei nuovi percorsi fantastici. Wow!!! Il sentiero si trasforma: cascate, fiumi, montagne da scalare……Non c’è più tempo, bisogna buttarsi….
E inizia il viaggio, quello vero, quello che mi porta dentro di me, dentro alla mia fragilità, alle mie capacità, alla mia ombra e alla mia luce. Scopro che tutto si può accettare, tutto si può amare e trasformare, l’ombra si può illuminare. Tutte le persone che mi circondano diventano una palestra, la mia famiglia, gli amici, i pazienti e soprattutto le persone con cui faccio fatica. Riesco a dare un senso alle dinamiche che ho messo in atto nelle relazioni con le persone a me più vicine e posso vedere il mio agire con nuove sfumature.
Lentamente lascio andare, lascio andare il giudizio, accetto parti di me che consideravo sbagliate e che ora mi permettono anche di capire l’altro. Mi faccio meno paura di prima e capisco anche di essere brava, non come aspettoegoico, ma come riconoscimento delle mie capacità e delle mie peculiarità, mi sento bene in questi panni ed è come indossare un vestito che ti calza a pennello.
E’ un gioco, è un’avventura scoprire il mondo delle altre persone e fornirgli gli strumenti per aiutarsi.
Scopro la ricchezza del gruppo, persone in cammino, che regalano le loro esperienze di vita, le loro paure, le loro risorse e mi aiutano a capire che vado bene così come sono, che ho un sacco di capacità che non mi riconoscevo e a poco a poco diventa un piacere condividere e più mi metto in gioco e conosco parti di me, più scopro di poter fare tante cose. Il giudizio inizia ad allentare la sua stretta, un giudice interiore severo e spietato, che ha impedito l’emergere dei miei talenti per tanto tempo. Un giudice che mi faceva mettere in dubbio tante decisioni e comportamenti. Tutte le lezioni sono state importanti, ma alcune sono state estremamente illuminanti. Durante una di queste lezioni, Arianna ci fece fare un lavoro, dovevamo scrivere la nostra presentazione e il suo commento al mio scritto fu questo: “ma tu sei molto di più”. Davvero? Sono molto di più? Lo sapevo, ma non avevo il coraggio di vederlo e riconoscerlo, nonostante Nicola mi avesse sempre dato iniezioni di fiducia e di autostima e ci fossero stati tanti riscontri.
In fondo ho fatto tanti studi, tante esperienze di lavoro e di vita.
A me sembrava poco, mi sembrava di non fare nulla di importante. Ma se lo dice Arianna, allora è vero!!!
Succede così, ad un certo punto c’è un evento scatenante che ti fare un click e tutto si trasforma.
Si è aperta una porta e da lì sono cambiate tante cose. La mia autostima appare di nuovo all’orizzonte e il mio bisogno di fare di più e meglio diventa uno stimolo per migliorarmi e non ho più l’ansia di chi non si sente all’altezza.
Poi c’è la lezione sull’elaborazione del lutto, che fatica….Credo di non poterla affrontare, di uscirne devastata, invece ce la faccio, tolgo un po’ di potere ai miei demoni.
Wow respiro…..
Poi il primo residenziale… bellissimo e difficile, quante emozioni e quanto cuore.
Una nuova esperienza, un grande gruppo con la sua forza e la ricchezza dell’esperienza e delle emozioni condivise. Abbiamo riso e abbiamo pianto, È stato il tornare indietro nel tempo, ritrovare la spensieratezza di quando si è bambini e allo stesso tempo l’intensità, la profondità e la complessità dell’adulto.
Il secondo residenziale va più in profondità, si respira gioia, amore e una pace diversa.
I toni sono più pacati, si piange di meno, si cerca l’equilibrio, si medita tanto e si sta nel presente, nel qui ed ora, in uno splendido scenario di montagna, dove la natura rigenera e il silenzio aiuta ad entrare in una dimensione diversa. E poi meraviglia delle meraviglie il residenziale sul potere personale… che grande spinta in avanti nel mio percorso e quanta forza ho sentito dentro di me e con le persone che erano lì. Gli abbracci infiniti e la forza della condivisione.
Mi ha dato una grande carica, ho scoperto il potere dentro di me, quante risorse ho trovato e quante fragilità ho trasformato in forza. Il mio motto è diventato questo:” fai il meglio che puoi, con quello che hai, nel momento in cui sei. “ Prima del residenziale ci sono state date alcune consegne, tra le quali c’era l’osservazione di noi davanti allo specchio e questo è stato ciò che ne è scaturito.
Davanti allo specchio
“…Eccoti!!! finalmente tu
ti guardo, mi guardo e sorrido, sono felice di essere me stessa e mi piace quello che vedo, mi dà gioia e felicità. Vedo della luce negli occhi e quell’entusiasmo, quella gioia di vivere che c’era tanto tempo fa e che poi è stata nascosta dalle difficoltà, dalle incertezze, dai dubbi sulle possibilità di essere quello che sei.
Ora sei nei tuoi panni, hai l’entusiasmo di quella bambina e l’esperienza di quella donna. Sai di poter fare quello che vuoi, sai che la tua vita ti corrisponde. L’universo ti dà quello che chiedi perché sei in contatto con la tua anima ed è quella l’unica verità. Ci sono sempre i momenti difficili, gli errori, le cadute, ma tu sai rialzarti.
Sei coraggiosa ma sei anche capace di accettare le tue parti più faticose e di essere indulgente e tenera per questa tua umanità complessa. Ridi, gioisci, mi piace il tuo sguardo seducente, intenso e pulito.
La ricerca di te stessa sarà ancora lunga e probabilmente non finirà mai, ma adesso sei e vivi nell’attimo presente, nelle gioie semplici della vita.”
E giungo verso la fine di questo percorso, con un’immagine che racchiude simbolicamente quello che ho trasformato in questi anni. E’ una carta che ho scelto durante una lezione di Counseling creativo e che amo moltissimo.
Il mio intento era quello di trovare la risorsa migliore per questo momento della mia vita. Questa carta mi ha subito colpito, ancor prima di stabilire l’intento e sono riuscita a vedere tanti aspetti al suo interno.
Il colore di base è il rosa, la frequenza del Chakra del cuore, dell’amore incondizionato, che mi permette di pormi con amore verso le persone e verso me stessa , lasciando fuori dalla porta la razionalità e l’ego, mi dà la possibilità di vedere la vita con gli occhiali rosa.
C’è qua e là qualche tratto verde, la natura, questa grande madre rigeneratrice, caritatevole e generosa, la salvezza nei momenti difficili, con i suoi silenzi, i suoi paesaggi meravigliosi e gli insegnamenti che può darmi e ciò che mi permette di ritornare nella mia vera dimensione.
Spicca poi il rosso, la passione per tutto quello che intraprendo, la passione per la vita stessa e la frequenza del primo Chakra, il radicamento, l’essere nel qui e ora, il segreto per essere presente a tutte le situazioni, concentrata, attenta e centrata rispetto a ciò che in quel momento accade.
Poi ci sono gli specchi, la proiezione, l’immagine che torna degli altri e di me stessa, quello che vedo di me nell’altro e che mi aiuta a scoprire parti di me.
I personaggi sono trasparenti, staccati dalla materia, rappresentano la capacità di andare oltre, di vedere attraverso il corpo, oltre le apparenze. La possibilità di percepire e di vedere quelle emozioni e quei modi di essere che non sono espliciti.
I corpi sono uniti, quasi fusi uno nell’altro, a rappresentare l’empatia,la capacità di sentire l’emozione dell’altro, ma anche l’unione d’intenti, la collaborazione tra le persone e la capacità di lavorare in gruppo con la forza che ne scaturisce. I corpi sono sollevati da terra, leggeri e la capacità di trovare leggerezza nella vita è una grande risorsa, riuscire a trasformare le situazioni difficili e togliere i pesi che ci ancorano.
Il vestito della donna si trasforma in farfalle che vanno verso l’alto, leggerezza, creatività e trasformazione. La creatività che mi permette di trovare nuove soluzioni, nuove strategie, nuovi percorsi.
Le farfalle rappresentano la trasformazione che mi consente di far diventare l’ombra luce, di cambiare in ogni istante della mia vita.
Ho deciso di intitolare questa carta “la danza della vita” e questo è stata la mia visione.
La danza della vita
“…Vivere la vita con leggerezza, con creatività, con incanto. Essere spirituale, essere uno con l’altro, fluendo nel tutto.
Vedere l’essenza delle cose.
Lasciarsi trasportare da quello che è. Rimanere nella frequenza del cuore ed essere presenza invisibile ma in comunione con l’altro. Andare oltre e fidarsi del proprio sentire. Riconoscere la parte eterea…”
2020-2023 S.B.
Quante risorse ho trovato durante il mio cammino.
Anche nei momenti più difficili della mia vita, ho sempre avuto fiducia, quella sensazione profonda che mi permetteva di sentire che avrei trovato le risorse per stare meglio, ma esserne consapevole è ciò che mi permette di potervi attingere facilmente.
Durante questi ultimi anni ho imparato una cosa molto importante, la gratitudine, ringrazio mio marito che mi è sempre stato vicino e mi ha supportata, mio figlio che ha saputo esserci nonostante le sue difficoltà, mia madre che so quanto amore ha per me, le mie amiche che hanno sempre creduto in me, Arianna che è una donna meravigliosa e sempre disponibile ad aiutare tutti noi e tutti i miei compagni e compagne di corso che sono stati una grande ricchezza.
Grazie. Sam