MATERIE
ED ARGOMENTI
Il tema, in molti casi, è costantemente ripreso e approfondito durante tutto il percorso formativo, adattato alle dinamiche relazionali presenti nel gruppo, esaminato da prospettive diverse.
IL COUNSELING RELAZIONALE e C. ROGERS
Il Counseling Relazionale ha origine dall’innata necessità dell’uomo di confrontarsi e condividere pensieri, idee e sentimenti. Ha le sue radici in vari orientamenti: dalle scienze umanistiche alla filosofia, dalla fenomenologia all’esistenzialismo, alle neuroscienze, alle numerose discipline olistiche.
Si occupa di migliorare le relazioni dell’individuo con se stesso e con il suo ambiente.
L’esistenza umana è scandita da momenti di passaggio (adolescenza, vecchiaia ecc.) e da eventi (lutto, separazione, conflitti, perdita lavoro ecc.) che possono generare perdita di equilibrio e serenità. Non sempre è possibile affrontare da soli queste situazioni.
L’intervento di Counseling Relazionale ha come obiettivo quello di aiutare la persona in difficoltà ad avere una diversa prospettiva della situazione vissuta, e gli strumenti per attingere alle proprie risorse per affrontare e superare in modo autonomo il momento di difficoltà.
Durante la formazione triennale il corsista sviluppa, attraverso un percorso individuale e di gruppo, abilità di ascolto, di riflessione, capacità relazionali che gli permetteranno di prendersi cura di sé e di poterlo poi fare con gli altri. Impara a conoscere i suoi bisogni, a sentire attraverso il proprio corpo, a stare in contatto con le sue emozioni.
Il percorso formativo, si evolve attraverso un processo di sviluppo personale, che permette di acquisire capacità e sensibilità, conoscenze e competenze, esperienze che consentono lo sviluppo di uno stile proprio, nel proporsi come Counselor, in una condizione di benessere personale e relazionale.
Carl R. Rogers è stato uno dei rappresentanti più originali della psicologia clinica ed ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo della psicologia umanistica in un’epoca in cui le relazioni d’aiuto erano fortemente condizionate da un modello d’intervento medico; fu capace di apportare profondi cambiamenti nel campo della psicoterapia, ma più in generale, delle relazioni umane; egli aveva la convinzione che, in ogni terapia, era fondamentale l’atteggiamento del terapeuta; fu anche il primo ad avere una visione della natura umana basata sulla fiducia della capacità innata di ogni individuo a tendere alla salute e all’autoregolazione.
La Terapia Centrata sul Cliente è di fondamentale importanza, affinché il Counselor possa condurre il cliente ad un lavoro di auto aiuto, riconoscendo la forza vitale di ogni persona a compiere un’azione costruttiva.
Il compito di un bravo Counselor è quella di creare le condizioni per le quali, durante il colloquio, il cliente possa entrare in contatto con la sua natura animica e valutare da solo quale scelta è per lui in quel momento più efficace.
Rogers ha dimostrato che la comunicazione è terapeutica: essa è capace di produrre cambiamento quando il Counselor è in grado di creare una relazione centrata sulla persona, quando il cliente viene compreso nel qui e ora come persona unica, capace di sviluppare in modo autonomo le proprie risorse e di autodeterminarsi.
Ogni comunicazione evolutiva, ogni incontro con un cliente dovrebbero essere caratterizzati da: accettazione incondizionata dell’altro intesa come assenza di giudizio, empatia, ascolto attivo, congruenza.
Questi quattro principi enunciati da Rogers caratterizzano tutto il percorso di formazione dell’Istituto Artemisia che si basa su valori quali l’accoglienza, il rispetto, la fiducia, l’accettazione di sé e del cliente.
Altre principali teorie dalle quali il Counseling Relazione trae riferimento:
La teoria analitica di C. Gustav Jung
L’approccio fenomenologico nella terapia della Gestald di F. Perls
La Teoria IBP di J. Lee Rosenberg
Le teorie di PNL di R. Bandler
Le Teorie di crescita personale di D. Goleman
Le Teorie di Comunicazione non Violenta di M. B. Rosenberg
La Pragmatica della Comunicazione di P. Watzlawick
Tecniche a Mediazione Corporea
IL CONTRIBUTO di C.G.JUNG
Per C.G. Jung occupa un posto centrale la teoria della personalità.
Il “processo di individuazione” descritto da Jung ha come obiettivo lo sviluppo della personalità individuale: rappresenta l’espansione delle particolarità di un individuo che, pur costituendo una “via individuale” (Sé), deve condurre a uno spontaneo riconoscimento delle norme collettive (Io strutturato).
L’individuazione rappresenta un processo di evoluzione dell’individuo che si sviluppa in tre direzioni, (rappresentate con il simbolo dell’albero): verso l’alto con la componente spirituale, verso l’ambiente circostante con la componente relazionale e verso il profondo. L’individuazione porta a un “ampliamento della sfera della coscienza”, è il processo dell’incontro e del progressivo sviluppo della relazione dell’Io con il Sé (conscio\ inconscio).
Alcuni aspetti del lavoro di Jung sono utilizzabili nella formazione.
L’uso di strumenti di counseling relazionale quali l’ascolto attivo, l’apprendimento di tecniche di consapevolezza nel qui e ora facilitano la persona a riformulare la realtà vissuta nel momento, riconoscendo e utilizzando le proprie risorse per trasformare e superare le difficoltà contingenti.
Counselor e cliente lavorano insieme, per il benessere di quest’ultimo.
“La mia vita è la storia di un’autorealizzazione dell’inconscio” C.G. Jung.
Argomenti trattati:
La sincronicità degli eventi
La consapevolizzazione dei temporanei conflitti
Giochi tra le parti
Simboli e lettura psicosomatica
Tecniche di visualizzazione
IL CONTRIBUTO DI J. HILLMAN
James Hillman, psicologo e autore noto per il suo approccio alla psicologia analitica, ha sviluppato la teoria della “ghianda”. Questa teoria è una metafora che esprime la sua visione della psicologia e dello sviluppo umano. Hillman ha sostenuto che ogni individuo è come una ghianda, e il compito della psicologia è quello di far emergere il potenziale unico e innato di ciascun individuo.
Ecco i principali concetti chiave della teoria della ghianda di James Hillman:
- Ogni individuo è unico: ogni persona ha un nucleo interno unico e speciale, una sorta di “anima” individuale. Questo nucleo rappresenta il potenziale intrinseco di un individuo.
- Il destino individuale: il destino personale è influenzato da questo nucleo interno. Hillman sottolineava l’importanza di riconoscere e sviluppare il nostro potenziale unico invece di cercare di adattarsi a modelli o standard predefiniti.
- Il mondo delle ghiande: il mondo moderno spesso tende a trascurare e soffocare il potenziale individuale, spingendo le persone verso la conformità e l’omogeneità. Questo può portare a sentimenti di insoddisfazione e vuoto.
- La diversità dell’anima: Hillman sottolineava l’importanza di abbracciare la diversità e la complessità dell’anima umana. Ogni individuo è unico, con i propri doni e sfide.
In sintesi, la teoria della ghianda di James Hillman ci invita a riconoscere il nostro potenziale individuale e a coltivarlo anziché cercare di adattarci a norme e aspettative sociali predefinite. La teoria mette in evidenza l’importanza di celebrare la diversità dell’anima umana e di abbracciare la complessità di ciascun individuo. Hillman ha influenzato il campo della psicologia analitica e ha promosso una visione più profonda e unica dell’essere umano.
James Hillman è noto anche per il concetto di “daimon”. Il termine “daimon” deriva dall’antica Grecia e rappresenta una sorta di guida interiore o spirito che ha una profonda influenza sulla nostra vita e sulla nostra evoluzione individuale.
Ecco alcune caratteristiche chiave del concetto di “daimon” secondo James Hillman:
- Guida interiore: Il “daimon” è visto come una sorta di guida interiore che ci orienta verso il nostro destino unico e il nostro scopo di vita. Può influenzare le nostre scelte, le nostre passioni e i nostri interessi.
- Destino personale: Il “daimon” è strettamente collegato al destino personale di ciascun individuo; il nostro destino non dovrebbe essere visto come un piano fisso, ma piuttosto come un percorso di sviluppo unico che è influenzato dal nostro “daimon.”
- Complessità e ambiguità: Hillman riconosce la complessità e l’ambiguità del “daimon.” Non è semplicemente una forza positiva o benevola, ma può anche portare a sfide e conflitti interiori. Questa complessità è una parte essenziale dell’individuo e del suo cammino.
- Creatività e ispirazione: Il “daimon” può essere una fonte di creatività, ispirazione e passione. Spinge l’individuo a perseguire interessi e attività che sono significativi e che rispecchiano il nucleo autentico della persona.
- Chiamata interiore: Hillman sottolineava l’importanza di ascoltare la chiamata interiore del “daimon” e di cercare di seguirla. Questo implica un atto di autoconsapevolezza e di rispetto per il proprio sé interiore.
In sintesi, il concetto di “daimon” secondo James Hillman rappresenta una parte essenziale della nostra psiche che guida il nostro percorso individuale e influisce sul nostro destino. Esso incoraggia l’ascolto delle nostre inclinazioni interiori, la ricerca del significato personale e la connessione con il nostro nucleo autentico.
Argomenti trattati:
La teoria della ghianda
Il daimon
IL CONTRIBUTO di FRITZ PERLS
Suoi principi fondamentali:
- La focalizzazione sul presente: “qui e ora”
- La visione soggettiva della realtà secondo il punto di vista fenomenologico: la realtà è percepibile solo attraverso una propria visione soggettiva e contestualizzata. Tale soggettività comprende pertanto l’accettazione di come siamo, in quanto individui unici e irripetibili.
- L’osservazione neutrale e la sospensione del giudizio: la narrazione come strumento utile alla comprensione.
- La responsabilità personale: abbiamo la possibilità di scegliere la strada che vogliamo percorrere, il diritto di vivere la vita che vogliamo vivere. Possiamo non seguire passivamente valori proposti da altri, assumere un atteggiamento critico e decidere se farli nostri o rifiutarli. Possiamo cercare di migliorare la nostra vita ma anche accettare ciò che ci accade. Accogliere il proprio sintomo è una via per il suo superamento.
I concetti della Gestalt scelti e utilizzati nella formazione dei Counselor sono: La focalizzazione sul presente, la visione soggettiva, l’osservazione neutrale e la responsabilità personale.
“L’unico cambiamento che va verso il benessere è imparare ad essere esattamente come siamo.” F. Perls
Argomenti trattati:
La visione soggettiva della realtà attuale
Presenza nel qui e ora: attenzione e osservazione
Consapevolezza, Responsabilità
IL CONTRIBUTO di J. ROSENBERG
L’approccio IBP è olistico: corpo, mente e anima sono considerati aspetti inseparabili nell’essere umano.
J. Rosenberg sviluppa la teoria degli strati della personalità: in ciascun individuo è presente il nucleo, il carattere, l’agency.
L’essenza della persona (nucleo), in seguito a frustrazioni, abbandoni e traumi è chiusa da emozioni represse o da ferite subite; il timore che queste ferite, non sempre guarite o cicatrizzate, possano essere riaperte fa sì che si generi un comportamento difensivo strutturato come “carattere” con caratteristiche diverse da persona a persona. Al carattere si sovrappone spesso uno strato di gentilezza automatica, “agency” che consente di creare relazioni che si possono rivelare sicure, familiari, apparentemente invulnerabili ma sterili e poco autentiche.
I concetti della IBP scelti e utilizzati nella formazione dei Counselor sono: l’importanza di una considerazione “olistica” nell’approccio con il cliente.
Argomenti trattati:
La teoria degli strati nelle relazioni di coppia
IL CONTRIBUTO di R. BANDLER
La programmazione neurolinguistica è un particolare modello del magico e illusionistico mondo del comportamento e dalla comunicazione umana. Sta ad indicare il procedimento fondamentale usato da tutti gli esseri umani per codificare, trasferire, guidare e modificare il comportamento. Saper dare un nome alle proprie emozioni ed azioni significa poter cambiare la conversazione interna in una conversazione che permette di aprirsi ad un’altra visione del mondo e a nuove possibilità. Rendere le persone consapevoli, attraverso lo strumento della comunicazione e delle proprie azioni, per renderle più efficaci e atte a superare momenti di difficoltà e raggiungere obiettivi prefissati. Risulta fondamentale quindi conoscere le ” mappe” del cliente, attraverso le domande e la riformulazione, che possano stimolare un ” modello” più efficace per sé.
Argomenti trattati:
Struttura del linguaggio
Conoscenza della mappa mentale
Superamento delle credenze limitanti
Valorizzazione di modelli efficaci
Il feedback
IL CONTRIBUTO di D. GOLEMAN
L’intelligenza emotiva nasce dall’armonia fra emozione e pensiero e, come con un accordo di cooperazione tra le due parti, rende la persona capace di distinguere e denominare le proprie emozioni. Si può apprendere e perfezionare imparando un linguaggio universale che mira a stimolare un comportamento ” intelligente” nella vita di ognuno e spesso a colmare la lacuna dell’analfabetismo emozionale.
L’intelligenza emotiva vede cinque domini principali: A. consapevolezza emotiva che significa saper riconoscere dai segnali anche fisiologici un’emozione e comprenderne le cause scatenanti; B. controllo emotivo che si manifesta prevalentemente con il controllo degli impulsi e delle emozioni verso se stessi e verso gli altri; C. empatia, sapere cioè riconoscere le emozioni altrui; D. capacità di gestione delle relazioni interpersonali e la capacità di negoziare i conflitti, cercare la loro risoluzione per arrivare a buone capacità di comunicazione con gli altri; E. capacità di motivare se stessi, incanalare, energizzare e armonizzare le emozioni dirigendole verso il raggiungimento di un obiettivo, la tendenza a reagire attivamente con ottimismo ed iniziativa agli insuccessi e alle frustrazioni.
Goleman asserisce che l’ambiente di lavoro è l’ambito nel quale è maggiormente richiesta una competenza di intelligenza emotiva perché è essenziale saper stabilire rapporti costruttivi, affidarsi all’intuito, cogliere le correnti emotive che si stabiliscono fra le persone, potenziando le positive e deviando quelle distruttive.
L’intelligenza emotiva permette anche di comprendere e gestire le emozioni distruttive: Rabbia, Desiderio, Illusione come veleni che annebbiano la mente dirigendola verso pensieri negativi ed azioni distruttive verso se stessi e verso gli altri.
Argomenti trattati:
Il valore dell’empatia
L’intelligenza emotiva
IL CONTRIBUTO di M. B. ROSENBERG
M. Rosemberg attribuisce una grande importanza alle parole. Ci aiuta a ridare forma al modo in cui ci esprimiamo ed ascoltiamo gli altri, concentrando la nostra consapevolezza su quattro aree:
- che cosa osserviamo facendo una separazione fra osservazione e valutazione? La CNV è un processo che scoraggia le generalizzazioni favorendo osservazioni circostanziate nel tempo e nel contesto;
- che cosa “sentiamo”? Per fare ciò è necessario un vocabolario di sentimenti che permetta di esprimere le emozioni con chiarezza e specificità, permettendoci di mostrarci vulnerabili. La CVN distingue le espressioni dei sentimenti da quelle parole ed affermazioni che descrivono pensieri, considerazioni ed affermazioni;
- di che cosa abbiamo bisogno e che cosa emerge dai nostri sentimenti? Ciò che gli altri fanno e dicono può essere lo stimolo ma mai la causa dei nostri sentimenti. I giudizi, le critiche e le interpretazioni degli altri sono tutte espressioni che alienano i nostri bisogni e valori personali. Tanto più direttamente riusciamo a collegare i nostri sentimenti con i nostri bisogni, tanto più facile è rispondere con empatia;
- che cosa chiediamo per arricchire le nostre vite?… imparando ad usare un linguaggio positivo e chiedendo quello che realmente vogliamo, distinguendo le richieste dalle pretese.
IL CONTRIBUTO di P. WATZLAWICK
Fin dalla nascita siamo soggetti attivi della comunicazione con le prime figure d’attaccamento e allo stesso tempo apprendiamo le regole della comunicazione.
Comunichiamo non solo per dare/ricevere informazioni, ma ogni volta che comunichiamo definiamo la natura della relazione che ci unisce agli altri e all’ambiente circostante.
Attraverso le parole, ma anche attraverso sguardi e posizioni del corpo, trasmettiamo informazioni ed emozioni.
Gli Assiomi della Comunicazione furono elaborati dalla scuola di Palo Alto (di cui uno dei maggiori esponenti fu Paul Watzlawick) e indicano elementi sempre presenti in una comunicazione:
- Primo Assioma: Non si può non comunicare: ogni parola, il silenzio, lo sguardo, ogni nostro atteggiamento comunicano qualcosa.
- Secondo Assioma: Ogni comunicazione ha un suo contenuto, ma anche un aspetto relazionale che può definirne spesso il contenuto; il modo ed il contesto in cui un’informazione viene data possono diventare fondamentali.
- Terzo Assioma: La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti: la comunicazione non va intesa come un movimento unidirezionale e lineare, ma come un continuo scambio dove diventa importante ascoltare il punto di vista dell’altro e ricercare un’integrazione.
- Quarto Assioma: Le persone comunicano con il linguaggio numerico / verbale ma anche attraverso una comunicazione analogica: posizione del corpo, gesti, espressione del viso, inflessione della voce, sequenza e ritmo delle parole, contesto in cui avviene la comunicazione.
- Quinto Assioma: Le comunicazioni possono essere di tipo simmetrico (relazione paritaria): le persone che comunicano sono sullo stesso piano; oppure di tipo complementare (non c’è parità nella relazione): una persona è in posizione up e l’altra down.
Elementi delle scienze umanistiche
PSICOLOGIA
La Psicologia studia i processi psichici, mentali e cognitivi, nelle loro componenti consce e inconsce. È una disciplina composita, con una dimensione individuale e una dimensione sociale e di gruppo.
Saranno trattate le seguenti teorie, (alcune delle quali già precedentemente citate) in quanto forniscono elementi base per lo sviluppo dell’attività del counselor:
- Le Teorie della Gestalt di Fritz Perls, con i concetti di bisogno e della dinamica figura/sfondo.
- Teorie IBP: Integrative Body Psychotherapy di Dr.Jack Lee Rosenberg.
- Il Teorema di Abraham Harold Maslow, utile per accompagnare il Cliente alla scoperta dei suoi reali bisogni.
- Le cinque fasi dell’elaborazione del lutto, secondo Elizabeth Ross.
- La Programmazione Neuro Linguistica.
Non vengono tuttavia acquisite tecniche o forniti strumenti di specifica competenza di psicologi e psicoterapeuti.
FILOSOFIA
Teoria e pratica del ragionamento e della scelta razionale
L’insegnamento è volto ad illustrare le metodologie che possano implementare l’arte del ragionamento e della scelta razionale. Non sempre ce ne rendiamo conto, ma i ragionamenti (buoni o cattivi) guidano tutti gli istanti della nostra vita. Non è necessaria la logica per ragionare, ma a volte qualcosa non funziona, e un ragionamento che sembra ottimo in realtà nasconde un’insidia. In questo senso la logica, l’arte di distinguere i buoni ragionamenti, diventa di primaria importanza. L’esercizio della razionalità avviene attraverso la costruzione di ragionamenti. Un ragionamento è infatti un insieme organizzato di enunciati e gli enunciati sono composti da termini. Come si vede, ragionare equivale a utilizzare il linguaggio, ma non ogni uso del linguaggio è un ragionamento: la logica e la teoria dell’argomentazione sono le discipline che si occupano, appunto, del ragionamento, cioè del linguaggio organizzato per produrre ragionamenti corretti.
Filosofia della mente e scienze cognitive
L’insegnamento fornisce una panoramica introduttiva alla filosofia della mente contemporanea. Negli ultimi anni, la tradizionale discussione filosofica sulla relazione fra mente e corpo è stata notevolmente arricchita da quelle svoltesi sulla metafisica e sulla filosofia del linguaggio. Il dibattito filosofico contemporaneo sulla mente è inoltre spesso stimolato dai recenti risultati della psicologia cognitiva e delle neuroscienze. L’insegnamento intende essere un’introduzione teoretica e storica ai principali problemi discussi nella filosofia della mente, le differenti soluzioni e gli argomenti pro e contro tali soluzioni. I principali temi analizzati saranno i seguenti: rapporto Mente-corpo, rapporto Mente- mondo, rapporto Mente-mente-coscienza-intenzionalità.
Obiettivi del corso sono: aiutare gli allievi ad elasticizzare il ragionamento allentando i pregiudizi e fornire nuove capacità di affrontare i dilemmi portati nella relazione di counseling.
SOCIOLOGIA
Risalire alla struttura e all’organizzazione sociale primitiva dell’umanità permette di incontrare la sorgente di alcune delle situazioni relazionali più frequenti che, in qualche modo, influenzano ancor oggi le dinamiche comportamentali delle persone nel tessuto relazionale e sociale.
L’organizzazione umana, sin dalle sue più lontane origini, era indiscutibilmente basata su regole precise, essenziali per garantire la vita dell’intera comunità.
Gli studi genetici di questi ultimi anni hanno confermato ciò che la sociologia aveva già anticipato, indicando nella struttura sociale, una delle risorse essenziali per la sopravvivenza degli esseri umani. La scienza, che studia il codice genetico, ha stabilito che nel DNA di ogni individuo sono disegnati, oltre gli organi del corpo, anche gli istinti di base che innescano lo sviluppo di alcuni tra i più comuni sentimenti che presiedono alla aggregazione sociale.
Si tratta di regole e sentimenti che consentono ad ogni individuo di potersi relazionare con l’ambiente esterno e con gli atri individui, poiché la natura dell’essere umano ė programmata per vivere in una struttura sociale.
PEDAGOGIA
Il termine “pedagogia libertaria” è atto a indicare un insieme di riflessioni, idee, esperimenti che negli ultimi due secoli, in tutto il mondo, hanno avuto per tema fondamentale l’educazione alla libertà proponendo modelli educativi che hanno una valenza antigerarchica e volta all’autodeterminazione dell’individuo.
La figura di Carl Rogers è centrale sia nella “storia” del counseling che in quella della pedagogia libertaria: in America le idee di Dewey riecheggiavano e Carl Rogers ne fu particolarmente colpito tanto da concentrare il suo pensiero nella non direttività e sulla centralità della persona (“La terapia centrata sul cliente”). Inizialmente Carl Rogers si occupò di psicoterapia e counseling: si rese conto in seguito che il suo contributo poteva essere utile non solo per facilitare la relazione counselor-cliente ma anche per facilitare l’apprendimento degli alunni potenziando il rapporto insegnante-alunno.
Per Rogers, l’individuo è un continuo campo di esperienze, ma nel momento in cui smarrisce il nesso della continuità con se stesso, che non realizza in pieno i propri ideali di vita e le proprie potenzialità è un individuo bisognoso di terapia che si configura in termini di una relazione di aiuto. In seguito Rogers, quando inizia a lavorare presso l’università dell’Ohio, estende la sua terapia ai processi educativi degli alunni normali. La terapia centrata sul cliente, estesa all’azione educativa della scuola, diviene così pedagogia della non-direttività centrata sullo studente. La “lezione” in senso lato o meglio la tipica “sequenza didattica” di Rogers segue questo sviluppo: l’insegnante presenta la tematica di un determinato corso, viene mostrato il materiale di lettura e si suggeriscono opportune tecniche di studio; gli studenti svolgono attività di ricerca sulla traccia del materiale loro preparato, procedono all’autovalutazione del lavoro compiuto ed esaminano reazioni personali. In sostanza l’accento viene posto non più sull’insegnamento ma sull’apprendimento, non deve essere il maestro a cambiare l’alunno, ma è l’individuo che si cambia mentre apprende. La non-direttività non è quindi il lasciar fare nello spontaneismo disordinato, ma è al contrario un’autorità volta a lasciar esprimere le potenzialità degli alunni e che cerca di superare non l’autorità, ma il potere della funzione docente.
La pedagogia libertaria pone le sue basi in modelli caratterizzati dall’autodeterminazione dell’individuo con modalità non autoritarie. Di fronte alla crisi dei sistemi educativi odierni (famiglia, scuola, società) è fondamentale sperimentare possibili alternative pratiche che riportino l’educazione alla sua connotazione originaria ovvero “tirare fuori” piuttosto che quella prevalente di plasmare. Le pratiche e le teorie che nell’educazione libertaria non sono disgiunte ma imprescindibilmente intrecciate sostengono l’idea di educare ad “essere” e non a “dover essere”.
ANTROPOLOGIA
L’Antropologia studia l’essere umano da diversi punti di vista (sociale, culturale, morfologico, religioso) e i vari comportamenti dell’uomo all’interno della Società. I modelli antropologici ed etnologici sono utili al Counselor non solo per riflettere sulla diversità delle culture ma anche per ricordarci che all’interno della stessa società possiamo riscontrare differenze culturali in grado di metterci in difficoltà.
La formazione utilizza Elementi di Antropologia finalizzati ad approfondire:
Il significato dei passaggi
L’elaborazione del lutto
TECNICHE A MEDIAZIONE CORPOREA
È risaputo che la mente influenza il corpo, ma è anche vero che modificando gli atteggiamenti del corpo è possibile modificare gli schemi emotivi e mentali.
Le tecniche a mediazione corporea operano attraverso l’ascolto, il movimento, l’espressione del proprio corpo.
I movimenti del corpo, siano essi liberi o ripetitivi, fluidi o rigidi, sono indicatori di come le persone vivono nella quotidianità.
Con le tecniche a mediazione corporea si invita la persona ad entrare in contatto con le emozioni, conosciute e non, promuovendo la trasformazione delle stesse e l’acquisizione di una maggiore consapevolezza della relazione tra la propria dimensione fisica ed emotiva.
Utilizzando il movimento libero, il respiro e la creatività, si sostiene la persona ad apprendere o riapprendere nuove e più funzionali modalità relazionali.
Le tecniche a mediazione corporea portate in Artemisia attingono a varie tecniche di meditazione (Vipassana, Corrado Pensa) derivate dagli insegnamenti del Buddismo e della Bioenergetica elaborate da A. Lowen, allievo di Reich, il padre storico delle terapie centrate sul corpo.
Oggi le tecniche legate al Vipassana, e non solo, danno origine al concetto della Mindfulness.
Mindfulness è una modalità di prestare attenzione, momento per momento, in modo intenzionale e non giudicante a se stessi e finalizzata a risolvere (o prevenire) la sofferenza interiore. Sarà così possibile raggiungere un’accettazione di sé attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza fatta di sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, parole, azioni e relazioni.
Wilhelm Reich individuò la corazza relazionale: tutti quegli atteggiamenti sviluppati dall’ individuo per bloccare le proprie emozioni e i propri desideri.
Questa modalità difensiva viene spesso messa in atto per bloccare le emozioni e le sensazioni conflittuali quali la rabbia, l’angoscia, l’eccitazione. Si crea così a livello fisico rigidità corporee (corazza muscolare) e a livello psicologico atteggiamenti caratteriali.
Le tecniche a mediazione corporea si avvalgono di tecniche respiratorie, di esercizi fisici, di esercizi di ascolto finalizzati a consentire alla persona di entrare in contatto con le proprie emozioni. L’integrazione tra corpo e mente permette all’individuo di allentare le tensioni che si sono create a livello fisico ed emotivo impedendo il piacere e la gioia di vivere.
Ambiti
BENESSERE E RELAZIONE
Ogni persona ha modalità diverse di rapportarsi nelle varie situazioni secondo le sue personali caratteristiche. In ogni personalità possiamo trovare elementi di forza ed aspetti di difficoltà.
Il riconoscere il proprio modo di essere e quello dell’altra persona, ci permette di creare modalità relazionali sempre diverse, create, proprio come un artigiano, su misura per noi stessi e per gli altri, in modo attento e rispondente ai bisogni di ciascuno.
Argomenti trattati:
- Empatia, simpatia
- Paura e rabbia
- L’arte del perdono
- La risorsa dell’invidia
- Il qui e ora
- Silenzio e ascolto attivo
- Le diverse modalità relazionali, aspetti di forza e di difficoltà
- Autostima
- Counseling e spiritualità
- Neuroscienze
Tecniche corporee
La mente influenza il nostro corpo e viceversa; modificando gli atteggiamenti del corpo modifichiamo i nostri schemi emotivi e mentali. Con l’ascolto del corpo, utilizzando il movimento libero, il suono, il respiro, l’attenzione e la creatività. si sostiene la persona ad entrare in contatto con le emozioni. Inoltre si favorisce l’integrazione tra corpo e mente, si aiuta la persona a sciogliere le tensioni che si creano a livello fisico ed emotivo e che spesso inibiscono il piacere e la gioia di vivere.
Argomenti trattati:
- Scoprire di avere un corpo
- Tecniche di ascolto
- Tecniche di consapevolezza corporea ed emotiva
- Il corpo ci parla
Teoria e Tecniche della Comunicazione
Argomenti trattati:
- Assiomi della comunicazione e loro applicazione
- Giochi che giochiamo
- Il potere del linguaggio
- Tecniche di ascolto e di comunicazione verbale e non verbale
- Il colloquio di Counseling Relazionale
Counseling espressivo come strumento
Il Counseling Espressivo si collega all’arte come espressione di immagini, pensieri ed emozioni: l’espressione artistica utilizza un linguaggio analogico che funziona per associazione e intuizione. È un linguaggio non verbale che riesce a trasformare le emozioni e i pensieri in immagini esterne. Spesso solo attraverso le immagini possiamo esprimere delle emozioni che altrimenti rimangono chiuse dentro di noi. Per il fatto di esprimerle, nel senso proprio di ‘metterle fuori’ (es-primere), tali emozioni possono essere vissute.
Il Counseling Espressivo focalizza la sua attenzione sul processo creativo: è importante l’esprimersi, il creare, senza preoccuparsi del risultato estetico.
Compito del counselor è quello di favorire nel cliente il libero fluire delle emozioni e cercare di dare loro forma attraverso immagini e colori.
Attraverso l’espressione creativa l’individuo accede alla parte più spontanea e creativa di sé favorendo il contatto con la sua parte intima, dalla quale possono emergere emozioni inespresse e/o prendendo coscienza di alcune parti di sé fino ad allora ignorate. In entrambi i casi il cliente aumenta la sua consapevolezza, primo passo verso un cambiamento.
Argomenti trattati:
- Il disegno libero
- Le Carte Dixit
- Creatività
La narrazione e l’autobiografia come strumenti del Counselor
Narrare è dimostrare la verità in modo creativo. Una storia è la prova vivente di un’idea, la conversione di un’idea in azione. La struttura a eventi della storia è il mezzo attraverso il quale dapprima si esprime e poi si dimostra l’idea senza spiegarla.
Le storie sono strumenti per vivere, come dice il commediografo Jean Anouilh “la finzione conferisce forma alla vita”.
La storia non è una fuga dalla realtà, ma un veicolo che conduce alla ricerca di realtà, è lo sforzo che si fa per dare un significato all’anarchia dell’esistenza o che aiuta almeno nella comprensione di una determinata sfaccettatura dell’esistenza, che probabilmente si conosce, ma che non si sa esprimere.
Nel descrivere la propria storia il protagonista/cliente dà corpo a qualcosa di nuovo, intraprende un viaggio evolutivo/trasformativo che lo conduce a uno stato iniziale modificato, avvicinandolo alla sorgente di se stesso.
E’ possibile l’utilizzo di racconti/poesie/canzoni/foto o qualsiasi altro strumento narrativo che sia appropriato alla storia esistenziale del corsista.
Dal racconto, elaborato dal corsista, scaturiranno esercizi (che prevedono in larga parte l’utilizzo della scrittura) volti a dare una chiave di lettura a simboli, archetipi, immagini e svolte drammatiche contenuti nel racconto, a far luce su tematiche fin al quel momento messe in campo o a individuare sottotesti fin a quel momento nemmeno percepiti.
Il corsista arriverà a nuove comprensioni rispetto alla domanda con cui si è presentato. Sarà guidato attraverso il racconto a conferire forma ai suoi pensieri riorganizzandoli e a far luce sulle sue risorse/potenzialità in modo creativo e attivo.
Il corsista, come il protagonista di una storia, attraverso percorsi trasversali sarà artefice della sua stessa trasformazione che lo guiderà alla risposta. Attraverso la narrazione, sia orale sia soprattutto scritta nelle più svariate forme, si cercherà di illuminare luoghi in ombra, ma anche capacità celate, del percorso personale di ognuno per aiutare a far chiarezza e in tal modo trovare gli strumenti e/o punti di forza da utilizzare per risolvere piccoli o grandi nodi che ancora bloccano il cammino della conoscenza di sé.
Argomenti trattati:
- Valore e significato della scrittura come strumento di conoscenza del sè
- Tecniche narrative
- Come utilizzare la narrazione nella relazione di aiuto
- Come scrivere la propria storia
Dinamiche relazionali nei Gruppi:
Argomenti trattati:
- Il Counselor nei gruppi d’incontro, di formazione e nei gruppi AMA
- Dinamiche relazionali
- De escalation dell’aggressività
SALUTE e SOCIALE
Il Counselor può trovare una sua collocazione all’interno di servizi quali sportelli d’ascolto presso Enti Locali, ospedali, consultori, associazioni ecc. Lavora in rete con altri professionisti per costruire un progetto di sostegno alla persona in difficoltà tenendo presente la centralità della persona e delle sue risorse, del suo ambiente, delle relazioni per lui più significative.
Il Counselor può inoltre operare con gruppi di professionisti che lavorano nelle relazioni d’aiuto con interventi di sostegno e prevenzione del burn out.
Counseling nelle situazioni di lutto e accompagnamento al fine vita
Argomenti trattati:
- Accompagnamento al fine vita
- La morte dal punto di vista antropologico e sociale
- Testamento biologico
- Testamento olografico
- Le diverse modalità di elaborazione del lutto
- Fasi dell’elaborazione del lutto
- La morte vista con gli occhi di un bambino
- Suicidio
- Eutanasia
- Riti laici e religiosi
- Cremazione
- Dispersione delle ceneri
- Mancanza del corpo morto
- Lutto perinatale
- Lutto perinatale dal punto di vista dei padri e dei figli che verranno
Sostegno malattie e disabiità
Argomenti trattati:
- Caregiver
- Fasi della malattia
- Cambiamento d’identità
- La funzione delle Tecniche di ascolto
- Aspetti dei disturbi alimentari
- Gestire la disabilità in famiglia
- Disturbi di apprendimento
Counseling alla coppia e alla famiglia
Argomenti trattati:
- L’arte della relazione nella coppia
- Separazione\ Divorzio
- Nascita di un figlio
- Famiglie allargate
- Strumenti di mediazione
Counseling con bambini, adolescenti, anziani
Argomenti trattati:
- Affrontare l’adolescenza e comprendere le trasformazioni
- Comunicazione educativa
- Regole e autorevolezza
- Relazione genitori\ adolescenti
- Nuove famiglie e relazioni familiari
Facilitatori di gruppi di auto-mutuo-aiuto
Argomenti trattati:
- Cosa è un gruppo AMA, la loro nascita, la loro storia
- Funzionamento
- Riconoscimento dell’OMS, esperienze in Italia
- Ruolo del facilitatore e dell’attivatore
- Regole e valori
- Il diario di bordo
- Difficoltà dell’auto mutuo aiuto
- Tipologie dei gruppi di auto mutuo aiuto
SCOLASTICO
Il counseling scolastico è un efficace strumento di prevenzione delle difficoltà scolastiche – sia a livello di gruppo sia a livello individuale – perché opera nella direzione di costruire la Scuola come comunità inclusiva, democratica e aperta verso le famiglie e il territorio.
Il counseling scolastico, attraverso l’orientamento, il lavoro sulla motivazione e il metodo di studio, influisce positivamente anche sul rendimento degli studenti consentendo loro di scoprire ed esprimere il proprio valore, esercitare le capacità che indiscutibilmente possiedono, trovare anche, laddove i percorsi siano accidentati e tortuosi, una direzione. Il Counselor nelle scuole può inoltre essere promotore di laboratori di gruppo per studenti, seminari per i genitori, corsi di formazione per insegnanti e professionisti.
Argomenti trattati:
- Alleanza educativa
- Relazione docenti\ ragazzi
- Relazione tra docenti
Professione
FONDAMENTI PROFESSIONALI
Confini del counseling
Creare una rete con altre figure professionali
Come fare un invio ad altri professionisti
Fasi del colloquio
SUPERVISIONE DIDATTICA
Argomenti trattati:
- Intervisione (gruppo tra pari)
- Analisi di casi e situazioni concrete: l’approccio del Counselor
- Approfondimento teorico tratto dall’esperienza
- Feedback e analisi delle dinamiche di gruppo
- Bilancio di competenze e stile personale del Counselor